La chiesa di S. Giuseppe si trova delimitata da due strade di comunicazione, in uno spiazzo verde a cui si arriva attraverso un vialetto lastricato in pietra. La facciata risulta essere l’unica parte decorata dell’edificio. Caratterizzata dal portico a tre fornici su colonne in pietra, che riprende la partizione della parte superiore, anch’essa divisa in tre parti da lesene con capitello che sorreggono il timpano. Nella parte inferiore, oltre al portale con cornice in pietra ed alle due finestrelle con inginocchiatoio, troviamo tre scene dipinte a buon fresco. All’interno l’elemento più pregevole è l’altare marmoreo barocco, contornato da uno sfondo absidale affrescato, con numerose varietà di marmi rosati e neri a creare effetti di chiaro-scuri. Nello stesso stile dell’altare sono le balaustre, che nella parte centrale sono costituite da un monoblocco marmoreo traforato, e il portale della sagrestia, pure in marmo. Il tutto fa da trono e da corona alla nicchia che racchiude la statua di S. Giuseppe col Bambino. Davanti all’altare troviamo due mensole con le statue in legno dei Santi Simone Pietro e Paolo. Completano la chiesa una tela autentica di Giulio Cesare Procaccini, che ritrae la Vergine col Bambino, e altre tele antiche di autore ignoto della scuola di Bernardo Luini.
XIV sec. – Le strutture originarie si fanno risalire al secolo XIV, ma non esistono documenti certi anche a causa di un uragano che nel 1667 distrusse completamente l’archivio e tutti i documenti in esso contenuti.
XVII sec. – Nel corso del XVII secolo venne dato avvio ad una generale sistemazione della chiesa, che ne ha determinato l’aspetto attuale.
XVIII sec. – Il portico esterno risulta essere stato aggiunto durante la prima metà del XVIII secolo.
1751 – Venne realizzato il pregevole altare marmoreo, capolavoro di arte barocca.
1836 – Alcune fonti indicano che l’area circostante fu sede di un lazzaretto e che la chiesa funzionasse da ospedale durante l’epidemia di colera del 1836.
1967 – Nel settembre del 1967 l’ing. Riccardo Perona di Ivrea e il prof. Antonio Balbiani, conservatore dei musei lecchesi, hanno curato il consolidamento definitivo della chiesetta restituendo al culto la nitida aula settecentesca.
2013 – Vennero eseguiti lavori di restauro sull’intero edificio: coperture, esterni e superfici interne.
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