l’edificio campestre è preceduto da un sagrato pavimentato a selciato. Esternamente presenta murature in ciottoli di fiume, per lo più posati a lisca di pesce, intervallati da parti in laterizio. Anteriormente presenta un pronao originato dal proseguimento delle murature laterali e della copertura della chiesa. Il pronao è chiuso da muratura per tre lati, mentre anteriormente presenta un basso muro con inferriata nella parte superiore interrotto dal cancello che costituisce l’accesso. Dietro questo avancorpo la facciata principale si presenta intonacata, tranne che per la parte superiore. Il prospetto presenta al centro il portale in arenaria con ai lati due finestre rettangolari, anch’esse con contorni in arenaria. Sopra di questi si trova, inglobata nella muratura ciò che resta della capriata lignea della copertura originaria. Internamente la chiesa presenta un’unica aula, a pianta rettangolare, con copertura lignea a vista. Sulle pareti laterali sono presenti le sinopie degli antichi affreschi quattro-cinquecenteschi, questi rappresentavano rispettivamente: sulla parete di sinistra, Madonna con S. Giuseppe e Bambino, S. Lucia, Madonna e S. Giuseppe che adorano il Bambino; mentre sulla parete di destra, S. Eusebio, Sacra Famiglia, S. Bartolomeo scorticato, S. Eusebio, S. Francesco d’Assisi, fuga in Egitto, S. Defendente, S. Rocco e S. Fermo. Sopra le sinopie due finestrelle con vetrate istoriate. Nella parete di fondo si apre la nicchia absidale con le tracce degli affresci seicenteschi, sopra di essa si trovano due piccole finestre circolari con vetrate dipinte. L’ altare risulta sopraelevato di un gradino rispetto al resto dell’aula, esso è stato costruito reimpiegando l’antica pietra dell’altare originario
X – la chiesa venne edificata per volontà dei Duchi di Romano lungo la via antica che attraversava la selva del Serio verso Milano
1148 – della chiesa si hanno notizie fin dal 1148, quando faceva ancora parte della diocesi di Cremona
1500 – la chiesa di S. Giuseppe presenta numerosi affreschi di scuola bergamasca due dei quali riportano rispettivamente le scritta: “JOVANNA MORRI GI DI ET CHARINA MDIII X SETT.” e “JO. MADDALENA ….. MDV”
XIX – fino all’Ottocento la chiesa era dedicata a S. Eusebio
1968 – l’edificio subì imponenti opere di restauro generale, in quanto ormai ridotto in rovina. Il suo recupero si deve alla famiglia Pandolfi
1984 – venne effettuato il restauro delle parti residue degli affreschi