Chiesa di San Carlo (Cardana, Besozzo)

Diocesi di Milano - chiesa sussidiaria - Lombardia

Besozzo - Via S.Carlo - VA - 21023

0332/770345

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XII – Il ‘Liber Notitiae Sanctorum Mediolani’, elenco di luoghi sacri degli esordi del XIV sec., menzionava in “in loco cardana” una “ecclasia sancti columbani”. Lo stanziamento monastico doveva trovarsi nella frazione di Cardana Superiore; qui, vuole la leggenda, avrebbe trascorso qualche tempo in romitaggio il venerato san Nicone, morto nel 1180 e alla cui figura fu poi innalzata una chiesa nel cuore di Besozzo. Secondo altre fonti, il cenobio era stato eretto sotto la protezione di san Tiburzio (titolo del canonicato di Besozzo); da qui il possesso di “quasi tutti i beni di questo paese [dei] monaci di Besozzo” (Brambilla). Più certo, del resto, è il destino in epoca moderna di beni e monastero in Cardana che, nel 1574, erano nelle mani del monastero di S. Alessandro di Besozzo. In quell’anno, Carlo Borromeo, nell’ambito della riorganizzazione dell’antica pieve di Brebbia, con spostamento del centro spirituale a Besozzo, li avrebbe infine assegnati al Seminario di Milano.
XVII – La continuità tra l’antico e l’odierno luogo di culto non è al momento documentabile con certezza, ma è suggestiva una nota redatta nell’ambito di una ricognizione dei presidi dedicati a S. Colombano che ricordava come, dopo la soppressione operata da Carlo Borromeo, “l’abside rimasta, quale moncone della chiesa di S. Colombano, doveva essere chiusa da cancelli di legno per impedire l’ingresso alle bestie. Così la chiesa di S. Colombano da allora rimase una cappella” aperta. Altri indizi sono forniti dalla fabbrica attuale, con cantonali lapidei in facciata di probabile, antica origine. Per la resto, la chiesa fu ricostruita dalle fondamenta e dedicata a S. Carlo attorno al secondo quarto del XVII sec., con ricchissimo repertorio figurato interno e bella finestra a volute sopra l’ingresso dove un’iscrizione ricorda la nuova dedicazione “DIVO CAROLO”.
1898 – Durante la visita del card. Ferrari, nel 1898, fu constatato che la chiesa necessitava di opere di manutenzione. Furono eseguite nel volgere di breve tempo, come dimostrerebbe la tappezzeria dipinta e graffita in controfacciata databile ai primi decenni del XX sec.

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