La chiesa è costruita da Lodovico Belgiojoso nel 1974 nel quartiere milanese di Gratosoglio come servizio del progetto residenziale e sociale dello studio BPR iniziato nel 1963.Il volume della chiesa è raccordato alle altre funzioni parrocchiali sviluppate ai lati e al livello inferiore tramite una grossa copertura. L’interno si presenta sobrio e raccolto e viene illuminato da finestre verticali che affacciano sull’ambulacro esterno. È presente una statua di Maria adopera di Wolfang Kleiser
Impianto urbanistico e contesto di riferimento
La chiesa si trova nel quartiere periferico di Gratosoglio a Sud di Milano. Essa viene realizzata successivamente al complesso edilizio di case popolari costruito tra il 1963 e il 1971, per accogliere la comunità in aumento che la vecchia chiesa di Santa Barnaba non poteva più ospitare. L’intervento, ad opera dello studio BPR di cui il progettista fa parte, è stato pensato per la forte richiesta abitativa che Milano ha subito durante l’espansione negli anni Sessanta. A fianco degli alti palazzi con appartamenti sono dislocati, intorno ad una piazza rialzata e pedonale, le attività commerciali e i servizi per il quartiere. L’edificio religioso riprende lo sviluppo orizzontale di quest’ultimi ponendosi come fulcro di un insediamento disperso. Tutte le funzioni parrocchiali sono concentrate in un unico complesso; questo è chiuso da un’unica copertura a falde con costoloni rivestiti in metallo. Il tetto viene interrotto solo in prossimità di un corridoio che si sviluppa intorno al volume della chiesa e che funge d’accesso alla casa del parroco e alla sede della comunità di suore; nel lato posteriore e a sinistra lo stesso diventa un balcone affacciato sui campi sportivi dell’oratorio. Inoltre al livello inferiore, accessibile direttamente da strada, trovano sede tutti i locali per la parrocchia.
Facciata principale
L’ingresso è posto in asse con il viale pedonale che conduce alla piazza. La sua posizione arretrata costringe a ritagliare la copertura per lasciare in vista il grande portale con elementi in rame e per dare la sensazione di accoglienza dei fedeli. Il basamento in cemento appare come una continuazione dello spazio pubblico di fronte, mentre l’uso del mattone denuncia la volontà di creare un ambiente domestico che si presenta come una destinazione rassicurante. Gli accessi comuni sono posti ai lati in un piccolo atrio di penombra che movimenta la facciata altrimenti statica.
Organizzazione interna
La pianta della chiesa presenta un’unica navata racchiusa dalla copertura, secondo un semplice schema di convergenza verso l’altare, posto in posizione centrale e rialzata. Alla orizzontalità del volume si contrappone la verticalità delle finestre a tutta altezza che ritmano il percorso verso il Divino e consentono l’ingresso della luce nell’aula assembleare. L’altare viene racchiuso dalla sagrestia a destra e dalla cappella feriale a sinistra, dalla quale è separata tramite una vetrata colorata. Infine davanti alla sagrestia è collocato il battistero, mentre ai lati dell’entrata ci sono i confessionali.
Caratteristiche strutturali
La struttura è organizzata a partire dalla grande copertura a quattro falde che poggia su quattro pilastri in cemento armato lasciati a vista. Le pareti perimetrali sono costruite in mattoni pieni anch’essi a vista, mentre non mancano elementi di rinforzo come le travi esterne sul tetto e i muri in cemento che sul lato sinistro fungono da contrafforti per la copertura affacciata sullo spazio aperto dell’oratorio.
Aspetti liturgico-pastorali
L’ambiente sacro appare molto sobrio e luminoso: esso mantiene un rapporto con l’esterno, ma allo stesso tempo conserva una propria autonomia. Il tetto racchiude l’intera aula assembleare come un elemento di protezione che favorisce il raccoglimento dei fedeli. L’essenzialità della chiesa viene comunicata anche attraverso i materiali (cemento, pietra e legno) che testimoniano la volontà del progettista di non far prevaricare lo spazio religioso sugli altri edifici del quartiere; esso infatti si propone come un luogo inserito con semplice efficacia in mezzo alla periferia milanese per diventarne un punto di riferimento. Inoltre il battistero viene isolato per valorizzare la rinascita per mezzo della fede, mentre la cappella feriale, pensata come il luogo più intimo della chiesa, viene messa in profonda relazione con l’altare, ovvero il punto di massima condivisione del mistero di Cristo: quasi a suggerire, ancora una volta, l’importanza dell’aspetto comunitario che genera identità.
Opere d’arte
E’ da ricordare è la statua di Maria ad opera di Wolfgang Kleiser, donata dalla comunità cristiana della Foresta Nera, in Germania. Inoltre sono presenti un Crocifisso ligneo e una Via Crucis disposta a coppie lungo la parete perimetrale.
1968 – Progettata dall’arch. Lodovico Barbiano di Belgioioso, la chiesa venne costruita tra il 1968 ed il 1971.
Breve bibliografia dell'architetto
Lodovico Barbiano di Belgiojoso è stato un architetto e designer milanese che ha alimentato il dibattito architettonico in Italia e in Europa a partire dagli anni Trenta grazie ad un’intensa ricerca accademica allo IUAV di Venezia e al Politecnico di Milano, unita ad una folta attività professionale portata avanti all’interno dello studio BBPR di cui è stato fondatore. Tra i progetti più importanti sono da ricordare il palazzo delle poste per l’E42 a Roma (1939-41), la ristrutturazione e sistemazione del Castello Sforzesco (1956) e la Torre Velasca (1956-57), entrambi a Milano, il quartiere INA-Casa a Cesate, Milano (1951-63), la Chase Manhattan Bank (1969) e il cinema Mediolanum (1971) a Milano.