La chiesa si presenta affacciata su di una piazzetta rettangolare con a fianco un giardino pubblico.
La facciata, praticamente l’unica parte della chiesa visibile direttamente, assieme a parte del fianco nord vicino alla canonica, è molto semplice e sobria, suddivisa in due registri con trabeazione in aggetto; il primo registro è caratterizzato da quattro lesene in rilievo, due per lato, e dal portale d’ingresso centrale, in marmo, con colonne ioniche chiuse nella parte alta con cimasa ad arco spezzato; il secondo registro, più semplice, riprende le campiture dettate dalle lesene presenti nel registro sottostante, ma è dotato soltanto di una grande finestra rettangolare al centro, con cornicione in marmo. A coronamento è posto un frontone in aggetto.
L’interno della chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica molto movimentato, cioè con le cappelle laterali, due per lato, molto rientranti rispetto al livello della muratura. Ciò è probabilmente dovuto all’adattamento di tale impianto su quello a tre navate che, caratterizzava la chiesa trecentesca. Le cappelle, difatti, sono molto profonde, quasi come la metà della larghezza della navata centrale, e dalla conformazione a imbuto. La copertura è costituita da due basse cupole in successione, mentre l’abside rettangolare è coperto da una volta a botte. L’intero impianto decorativo di fregi, stucchi e affreschi è stato realizzato sotto la direzione di Gaetano Cresseri.
Il presbiterio è separato dall’aula dalla presenza di alcuni gradini su cui poggiano le balaustre in marmi policromi, e caratterizzato dall’altare maggiore, riccamente decorato, mentre ai lati, nella parte alta, sono presenti le cantorie lignee decorate con dipinti a finto marmo e intagli. Chiude sul fondo un l’abside piatta con al centro una soasa marmorea policroma, che contiene la pala dell’altre maggiore realizzata da Callisto Piazza nel 1525 e raffigurante la visita di Maria ad Elisabetta.
X – La cappella preesistente sorgeva nelle vicinanze di una cosiddetta calcara o calchera, ovvero un’antica fornace per produrre calce: alcuni documenti del X-XI secolo riportano la zona dove, pochi anni dopo, sarebbe sorta l’attuale chiesa della Visitazione della Beata Vergine.
XI – La chiesa nasce come modesta cappella dedicata a Santa Maria della Visitazione poco dopo l’XI secolo.
1125 – La chiesa viene citata per la prima volta in una bolla papale del 1125.
1148 – In una bolla del 1148, la chiesa originaria assume il nome di Santa Maria de Calcaria o Calchera.
XIV – All’inizio del Trecento subisce i primi rifacimenti e ampliamenti grazie ai generosi contributi della famiglia Calchera, residente nei pressi della chiesa.
1439 – Nel 1439 la chiesa assusne il titolo di parrocchiale.
1664 – Nel 1664 viene riconosciuto il titolo della chiesa ad arcipretale.
XIX – Attorno al 1840 viene realizzato da Giovanni Tonoli un’organo a canne.
1821 – Nel 1821 la chiesa viene consacrata da mons. Gabrio Maria Nava
1852 – Nel 1852 viene riconosciuto il titolo della chiesa a prepositurale.
1935 – Nel 1935 durante lavori di restauro dell’apparato decorativo vengono scoperti degli affreschi appartenenti all’antica chiesa, risalenti al XIII secolo.
1989 – Nel 1989 l’organo viene restaurato da Sandro Galli.