Ballarate, Bosco, Marzano e Ghirate hanno rappresentato, per qualche secolo, realtà civili autonome rispetto alla circoscrizione comunale di Leggiuno entro la quale oggi le frazioni sono incluse. Nello spirituale, invece, la dipendenza dalla località matrice di antica pieve perdura tutt’oggi. Ciononostante, nel fitto dei boschi delle verdi colline che digradano al lago Maggiore con continue e variate vedute e nel cuore degli sparsi paesetti, si preserva un’antica storia di fede, non ancora completamente rivelata. Sul “motto” del “monte Ballaro”, infatti, sono venuti alla luce i resti di ben due chiese: l’una, di suggestiva intitolazione (Santa Maria “de bassa plebe”, per via della localizzazione marginale nella circoscrizione facente capo a Leggiuno) fu sconsacrata solo nel 1896; l’altra, come attesta la cronaca di Vicenzo De Vit, era dedicata a san Remigio. Nei pressi si scorgono i ruderi di una probabile fortificazione e qualche sepoltura, mentre un frammento di capitello, qui rinvenuto, è oggi conservato presso la chiesa di S. Primo a Leggiuno. Santa Maria “bassa” e S. Remigio sono menzionate nei primi repertori di altari e cappelle della Diocesi di Milano (XIII-XIV sec.), la prima, luogo di culto comune alle quattro comunità e variamente riferita anche alla vicina località di Cellina, fu dotata nel tempo di embrionali prerogative mai sfociate però in realtà parrocchiale autonoma (Notitia Cleri, 1398). Altre tracce, ancora, sono radunabili solo per via documentale. I medesimi repertori ambrosiani, infatti, citano un S. Giulio e un S. Protaso a Ghirate (l’ultimo attestato nel XVI sec.) e, ancora, un S. Egidio abate a Bosco e un San Nazaro “in loco montano”, forse Marzano o forse, secondo recenti letture (Vigotti, 1974) da riferire a Ceresolo. La chiesa attuale è stata ricostruita nel Secondo Dopoguerra nella frazione di Ghirate e si presenta con una semplice facciata a capanna, sormontata da un campanile ‘a vela’ e preceduta da un portichetto. L’interno si sviluppa in un’unica aula rettangolare conclusa da una nicchia absidale ricavata nella parete di fondo e con terminazione semicircolare. La vita aggregata della comunità è garantita dall’associazione “Amici della chiesa di Ballarate”.
1954 – Le poche notizie sulla chiesa di Ballarate sono fornite dai repertori ambrosiani correnti che indicano nel 1954 la data di costruzione dell’edificio. Qualche decennio avanti, nel 1912, il parroco Eugenio Besozzi aveva tentato di innalzare una chiesa per la comunità locale, ma in luogo affatto separato, ossia sulla collina dove, almeno dal XIII/XIV sec., esisteva la più antica chiesa di S. Maria “de bassa plebe”, sconsacrata nel 1896. Il luogo di culto fu benedetto nel 1958, come ricordato da un’iscrizione in controfacciata.
2000 – L’assetto attuale dell’area presbiteriale rimanda a lavori compiuti tra 2000 e 2010.
2007 – Nel 2007 fu innalzato il piccolo campanile ‘a vela’ sopra le facciata. Se ne ha memoria grazie a una seconda lapide interna.