Fondata nel 1135 da San Bernardo come filiazione dell’Abbazia di Clairvaux, l’Abbazia di Chiaravalle Milanese è inserita all’interno del Parco Agricolo Sud Milano e svolge l’importante ruolo di cerniera e di raccordo tra l’abitato urbano ed il contado della Bassa milanese.
Tutt’oggi popolata da una comunità monastica cistercense, l’Abbazia è uno straordinario esempio architettonico di coesistenza di stile romanico e gotico, perfettamente amalgamatisi e declinati alla maniera tipicamente lombarda.
La chiesa ospita opere di pregio quali il ciclo pittorico dei fratelli Fiammenghini, il coro ligneo secentesco in stile barocco e il ciclo giottesco del tiburio narrante l’annunciazione della morte di Maria Vergine e la sua assunzione in cielo, tema unico nel suo genere, rappresentato con straordinaria delicatezza stilistica e forte pregnanza narrativa.
Dal chiostro duecentesco si accede alla sala capitolare, in cui si possono ammirare pregevoli graffiti che mostrano la Milano della fine XV secolo, e dai suoi deambulatori si incontra il refettorio e si contempla la vista della torre nolare, detta ciribiciaccola, la parte architettonica più conosciuta e affascinante dell’Abbazia.
Il complesso monastico è completato dal mulino duecentesco antico luogo di macinazione delle granaglie oggi divenuto centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.
Fondata nel 1135 da San Bernardo di Clairvaux, l’Abbazia di Chiaravalle è la prima fondazione bernardina in territorio italico e si è distinta fin dalle origini come centro propulsore del Comune di Milano. Punto di riferimento spirituale per i cittadini, Chiaravalle ha celermente acquisito un ruolo di eccellenza anche nella trasformazione del territorio attraverso opere di bonifica, canalizzazione e messa a coltura. È diventata così uno straordinario polo di innovazione agraria e la massima protagonista dello sviluppo agricolo e sociale dei territori a sud di Milano.
Raggiunse il suo massimo splendore tra la metà del Duecento e la metà del Trecento: la comunità di ottanta monaci di coro e una settantina di monaci conversi si distinse quale punto nodale degli equilibri politici nella lotta tra le fazioni dei Della Torre e dei Visconti che si contendevano il dominio su Milano. Oltre alle carte e ai documenti che testimoniano l’impegno degli abati nel favorire il dialogo tra le fazioni con incontri di pacificazione ospitati in abbazia, l’autorevolezza acquisita è testimoniata dalle sepolture dei rappresentanti dei Della Torre all’interno del cimitero monastico, le cui cappelle sepolcrali sono ancora oggi conservate, e dalla scelta di Ottone Visconti di ritirarsi in Chiaravalle negli ultimi anni della sua vita e qui di morire in abiti cistercensi. La seconda metà del Quattrocento, con l’istituzione della Commenda e la nomina del cardinale Ascanio Sforza ad abate commendatario, vide un nuovo periodo di grande vigore per la comunità, che beneficiò di una riforma interna che ne consolidò le consuetudini e di un rinnovato splendore artistico con il lavoro dei grandi maestri rinascimentali Bramante e Luini.
L’erezione della Congregazione di San Bernardo in Italia, organo interno all’Ordine cistercense ma di competenza organizzativa più propriamente territoriale, mise inoltre Chiaravalle a capo della stessa e responsabile delle riforme interne alle comunità limitrofe tra cui Sant’Ambrogio. Dopo un Settecento notevole da un punto di vista culturale, esemplificato dalla straordinaria opera dell’Abate Angelo Fumagalli, ricercatore, erudito e storico che scrisse le Antichità longobardiche-milanesi in 4 voll., la comunità monastica venne soppressa nel 1798 per opera della Repubblica Cisalpina. Divenuta parrocchia, la chiesa abbaziale venne risparmiata dalle demolizioni che invece devastarono la restante parte del monastero, distrutto per una sua cospicua parte. Per volere dell’allora arcivescovo di Milano Ildefonso Schuster nel 1952 venne finalmente richiamata una comunità cistercense a ripopolare la struttura, responsabile della conduzione spirituale del territorio e del ripristino e della ricostruzione di alcune parti andate distrutte, per cui si impegnò l’architetto Ferdinando Reggiori tra gli anni ‘50 e gli anni ‘70.
Nel 2017, dopo 219 anni, la comunità monastica riunita in Capitolo poté finalmente rieleggere in maniera autonoma il proprio Abate, Dom Stefano Zanolini, che guida la comunità formata oggi da una ventina di monaci.
Cosa vedere
Scopri le opere presenti presso Abbazia di Chiaravalle Milanese ( Milano)