La chiesa di Santo Stefano sorge in Piazza Santo Stefano in pieno centro storico.
Secondo i documenti ritrovati risalirebbe all’VIII secolo, e venne ampliata e sistemata più volte durante i secoli.
La chiesa di Santo Stefano rappresenta uno dei più importanti esempi di edilizia pre-romanica del territorio nord-milanese.
Presenta una pianta basilicale composta da tre navate, suddivisa in cinque campate intervallate da pilastri.
Nella navata sinistra in prossimità dell’ingresso è posto l’antico fonte battesimale marmoreo.
Le navate si concludono con tre absidi.
L’abside maggiore presenta una partizione in cinque specchi suddivisa da cinque lesene coronate da tre grandi archetti.
Le absidi minori sono state rimaneggiate più volte durante i secoli, quella a sinistra dell’altare ospita la Cappella di San Carlo, mentre nell’abside a destra dell’altare è stata ricavata la sagrestia.
Il presbiterio è rialzato rispetto al piano della chiesa, e vi si accede da una scala frontale.
Lo spazio è delimitato da due balaustre marmoree.
Sotto il presbiterio, e delle stesse dimensioni è presente la cripta raggiungibile tramite sue scale laterali realizzate negli ultimi decenni del Cinquecento.
La cripta è suddivisa in tre navate con due file di colonne di rimpiego, che sostengono volte a crociera.
La facciata si presenta con le forme classicheggianti conferite durante i lavori di rifacimento realizzati nel XVI secolo.
La parte centrale presenta un portale d’accesso architravato, mentre nella parte superiore è presente una grande apertura a serliana che conserva una delle monofore originarie della chiesa.
Sulla sommità della facciata entro una nicchia è collocato un gruppo scultoreo trecentesco raffigurante la Vergine con il Bambino tra i Santi Stefano e Damiano.
Il possente campanile romanico a pianta quadrata si posiziona a destra dell’ingresso principale.
VIII sec. – La prima testimonianza che attesta l’esistenza della chiesa si ritrova nel testamento di un aristocratico longobardo che nel 745 lascia un appezzamento di terreno alla chiesa dedicata al promartire Santo Stefano in Vimercate. Il documento attesta chiaramente l’esistenza di una chiesa battesimale con funzione di capo-pieve. Attualmente nella zona absidale è murato un frammento marmoreo databile tra la fine dell’VIII e il IX secolo.
IX sec. – Tra il IX e il X secolo la chiesa di Santo Stefano subì una ristrutturazione edilizia che le conferì la struttura monumentale e architettonica che pur con le varie trasformazione subite nel corso dei secoli, si è tramandata fino ad oggi.
XI sec. – Venne aggiunta una nuova zona orientale con tre absidi, un presbiterio sopraelevato e una cripta ispirata al modello della basilica milanese di Sant’Ambrogio.
1150 – Nella seconda metà del XII secolo vennero realizzati lavori per il parziale rifacimento delle navate laterali, e nella facciata originaria venne inserito il possente campanile romanico.
XIV sec. – La chiesa venne trasformata tra il XIV e il XV secolo in una struttura fortificata mediante il rialzo della parte superiore, e tramite la costruzione di una sorta di “fortino” sulla navatella nord.
1550 – Nella seconda metà del ‘500 vennero realizzati lavori per il rifacimento della facciata e del catino absidale. Inoltre l’abside maggiore venne affrescata dal pittore Lattanzio Gambara. La facciata in origine si presentava con struttura in ciottoli di fiume e seguiva il profilo delle navate interne. L’intervento realizzato nel 1586 ha conferito alla facciata la forma classicheggiante che si è tramandata fino ai giorni nostri.
1805 – Dal 1805 sotto la supervisione dell’architetto Leopold Pollack si svolsero vari interventi all’interno della chiesa, tra cui il consolidamento delle strutture murarie e la realizzazione del nuovo altare maggiore e del pulpito.
1824 – Nel 1824, la porzione superiore del campanile romanico venne gravemente danneggiata da un fulmine, e negli anni successivi venne ricostruita seguendo le antiche forme quattrocentesche.
1839 – Venne realizzata una nuova imbiancatura della chiesa, e nuovi affreschi affidati al pittore Giovanni Chiarini. Vennero anche restaurati e verniciati l’organo e la cantoria, terminato il pulpito ed infine realizzato un nuovo altare per la cappella di San Carlo.
1870 – Nel 1870 vennero fatte opere per il sopralzo della copertura nella navata centrale con la costruzione di pilastrini in mattoni a sostegno delle nuove capriate impostate ad una quota più alta.
1985 – Dal 1985 al 2004 furono realizzati interventi di restauro dell’intero complesso con opere di restauro che interessarono il tetto, gli affreschi presenti nell’abside, la sagrestia, e il paramento murario esterno dell’abside e dei propsetti laterali. Venne realizzato il consolidamento del campanile, e della prima campata di copertura della navata centrale. Venne restaurata la facciata ripristinando la finitura ad intonaco, e proponendo una nuova lettura centrata sugli elementi riconducibili alle fasi cinquecentesche. La parte corrispondente alla navata sinistra fu invece lasciata priva di intonaco, in maniera tale da rendere visibili le varie fasi costruttive. L’intervento è stato realizzato anche nella cripta e sulla pavimentazione della piazzetta adiacente.