Il paese di Castiglione in Val d’Intelvi, valle montuosa in provincia di Como tra il lago e il confine con la Svizzera, è situato ad un’altitudine di 650 metri sul livello del mare.
Il complesso di S. Stefano è costituito dalla chiesa, dal campanile, accostato alla facciata sul lato nord, e dalle sacrestie sul lato nord e sul lato sud del presbiterio.
La chiesa è a navata unica con volta a crociera, sei cappelle laterali e presbiterio a pianta quadrangolare.
Presenta una facciata a due ordini, intonacata e dipinta, con portale seicentesco con timpano ad arco, mensola centrale e volute piatte doppie; ai lati, le nicchie con le statue tardo seicentesche dei Santi Pietro e Paolo, ritenute di scuola di Ercole Ferrata.
Gli altri prospetti sono in muratura di pietra irregolare faccia a vista, con l’eccezione di una parte del prospetto sud, che è grossolanamente intonacata.
Un accesso secondario alla chiesa è sul lato sud del presbiterio, tramite una scala in pietra accostata al fabbricato.
Il campanile del 1842, con tracce delle fondazioni di quello più antico, ha la base in conci di pietra regolari, mentre per il resto è intonacato e dipinto.
L’attuale edificio è stato in gran parte decorato negli ultimi due secoli, ma conserva notevoli resti del proprio passato.
Al suo interno si trovano statue, tele, affreschi e stucchi dei maestri intelvesi come Ercole Ferrata, Carlo Innocenzo Carloni, Giulio Quaglio e altri di epoca barocca, ma l’opera più importante è il battistero che si trova nella prima cappella a sinistra: un’ampia vasca che regge il grande ciborio ligneo intagliato. Del quinto decennio del seicento appare l’insieme del presbiterio, comprendente l’altare ligneo a colonne tortili (pala col Martirio di S. Stefano, statue laterali di S. Francesco e S. Antonio da Padova, cimasa con Incoronazione della Vergine, statue sommitali della Madonna col Bambino e di due angeli); l’insieme è completato dalle due nicchie delle reliquie, dalla balaustra e dagli stucchi “barberiniani”.
Davanti alla chiesa il sagrato è caratterizzato dalla croce stazionale seicentesca, ricollocata nel XIX secolo, e si prolunga col cimitero e con la limitrofa chiesa di S. Agata.
VI – Si ha notizia sin dal secolo VI dell’esistenza di una chiesa in Castiglione d’Intelvi, matrice delle Parrocchie della Valle Intelvi.
1161 – L’antica chiesa, romanica, è citata in documenti del 1161 e del 1186; in quest’ultimo si parla espressamente di “… plebis sancti Stephani del Antelago”.
1590 – Nel 1590 l’antica plebana e collegiata di S. Stefano, centro della valle per tutto il basso medioevo, fu in gran parte distrutta a causa della piena del fiume Cazzola, ora Valle di Blessagno.
Si trattava probabilmente di una basilica a tre navate, una tipologia abbastanza diffusa nell’architettura romanica comasca.
XVII – La chiesa fu riedificata a partire dall’anno 1635 e fu terminata nel 1648.
XVII – Della metà del Seicento è l’insieme del presbiterio, comprendente il seggio presbiteriale, due settori del coro canonicale e l’altare ligneo a colonne tortili.
XVII – Al secondo Seicento appartiene la decorazione della prima cappella di
destra, con altare a colonne tortili, stucchi, paliotto in scagliola e affreschi.
1650 – Nel 1650 fu realizzato il battistero in legno.
1667 – Nel 1667 fu realizzato l’organo che fu posizionato di fronte alla cappella di Sant’Antonio.
1678 – Nel 1678 fu realizzata la balaustra di marmo davanti al coro.
XVIII – Le decorazioni settecentesche sono numerose: affresco del Battesimo a sinistra dell’ingresso, paliotti in scagliola, decorazione della cappella del Rosario e affresco sulla volta del presbiterio.
1730 – Nel 1730 fu realizzata la balaustra di marmo davanti all’altare di S. Maria Maddalena.
1736 – Nel 1736 fu realizzata la balaustra di marmo davanti all’altare di S. Girolamo.
1763 – Nel 1763 fu realizzato il pavimento della chiesa.
1774 – Nel 1774 la chiesa fu consacrata dal Vescovo G. Battista Mugiasca.
1775 – Nel 1775 fu realizzata la bussola d’ingresso.
1796 – Nel 1796 fu innalzata e decorata la facciata.
XIX – Dell’Ottocento sono gli affreschi della volta della navata, di Carlo Inganni, e della prima cappella di sinistra, opera di Onorato Andina del 1840, e gli interventi nelle cappelle centrali.
1804 – Nel 1804 fu realizzato l’altare maggiore in marmo (prima era in legno).
1842 – Nel 1842 fu innalzato, a 16 braccia, il campanile, intonacato, e sulla cima fu costruita la lanterna ottagonale.
1847 – Nel 1847 fu fatto il pavimento del coro in marmo bianco di Musso e nero di Varenna (prima era in calce e ghiaia).
1927 – Sono del 1927 gli affreschi della seconda cappella di sinistra, di G. Mauri.
1950 – Sono del 1950 gli affreschi della seconda cappella di destra, di Gaetano Corti.
1966 – Nel 1966 fu eseguito il completo rifacimento del tetto con manto di copertura in tegole marsigliesi, canali di gronda, scossaline e pluviali.
2018 – In data 15.6.2018 furono iniziati i lavori di rifacimento del tetto e di consolidamento statico, terminati il 26.3.2019.