Il Sant’Antonio di Caldè presenta una pianta a tre navate senza transetto; la prima campata d’ingresso, a differenza del rimanente ambiente interno, ha uno sviluppo verticale limitato al solo piano terreno. Il nucleo della chiesa seicentesca, a navata unica e con abside quadrata, è del tutto irriconoscibile per gli ampliamenti ai quali fu sottoposto. Le tre navate sono scandite da pilastri cilindrici. La navata maggiore è coperta con volta a botte, le navate laterali sono coperte con volte a vela. L’abside presenta una terminazione rettilinea. All’esterno, sono evidenti le diverse fasi costruttive alle quali la chiesa è stata sottoposta nel corso del XX sec.; l’attuale facciata, infatti, scandita da tre portali e rivestita in laterizio, è limitata ad un solo piano terreno; pertanto, lascia sopravvivere lo slancio del prospetto creato durante i lavori eseguiti nella prima metà del Novecento e corrispondente all’elevazione della navata maggiore interna.
1665 – Nel 1665 le autorità ecclesiastiche approvarono la costruzione di un oratorio nel centro dell’abitato di Caldè, secondo il progetto promosso dal “reverendo prete Cristoforo Cometto”. Cristoforo Cometti intendeva, in tal modo, dorate la piccola località di un edificio di culto che fosse più vicino rispetto alla parrocchiale di S. Pietro. L’oratorio fu terminato nel 1667. Le opere furono assunte dal capomastro Domenico Ramelli, come da contratto recentemente recuperato e pubblicato.
1932 – Divenuta insufficiente ad accogliere i numerosi fedeli delle famiglie di villeggianti presenti nella località affacciata al lago Maggiore, l’originario invaso seicentesco della chiesa di Sant’Antonio fu radicalmente alterato con la creazione di due navate laterali, l’ampliamento di una campata, la costruzione di una nuova facciata e l’innalzamento di un pronao sul frontespizio. I lavori, per i quali furono raccolte numerose offerte da parte dei medesimi villeggianti, iniziarono nel 1932 e furono terminati solo 1945.
1969 – Nonostante i lavori di ampliamento conclusi durante la Seconda Guerra Mondiale, la chiesa continuò a rappresentare un luogo di culto troppo angusto rispetto alle esigenze crescenti dei luoghi. Da qui la decisione di intraprendere un’ulteriore e radicale operazione di ingrandimento a seguito della quale l’edificio assunse le dimensioni e l’aspetto attuali.
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