Chiesa di Sant’Antonio Abate (Bereguardo)

Diocesi di Pavia - chiesa parrocchiale - Lombardia

Bereguardo - PV - 27021

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

1425 – Prima struttura edificata della parrocchia di Bereguardo fu una cappella fondata nel 1425 da Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Conte di Pavia, sotto il titolo di Sant’Antonio Abate. Sappiamo che il primo officiante un frate Agostino del Convento degli Eremitani di S. Agostino, ossia del convento di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. Alcuni studiosi, tipo il Cerri, affermano che, “benché piccola, era a tre navi”.
1500 – Le notizie riguardanti la chiesa di Bereguardo riportano che essa dipese, fino al sec. XVI dalla plebania di Trivolzio poi ebbe diritti parrocchiali propri.
1565 – La chiesa di Trivolzio fu inglobata nella plebania di Trivolzio, poi, nel 1565, fu eretta una vera e propria parrocchia, con i diritti peculiari delle medesime.
1700 – Le cronache dell’epoca riportano che a causa delle precarie condizioni statiche fin dalla metà del 1700, fu ricostruita intorno al 1762, assumendo la forma planimetrica attuale, con fronte rivolta a mezzogiorno e interno configurato a croce greco-latina.
1875 – La parrocchiale fu consacrata il 2 maggio 1875 dal cardinale Lucido Maria Parocchi, già Vescovo di Pavia. In tale occasione fu insignita della dignità di Arcipretura. Il parroco di Bereguardo ha il titolo di Prevosto.
1914 – Nel tempo si resero necessari adeguati restauri anche per il fatto che era stata dichiarata nel 1914 monumento nazionale con R. Decreto 29 gennaio. Dopo un sopralluogo dell’arch. Ambrogio Annoni della Soprintendenza, in data 16 marzo 1915, fu impartito l’ordine al Comune di provvedere con sollecitudine al ripristino del monumento. A causa dello scoppio della guerra fu impossibile eseguire qualsiasi lavoro di restauro. L’opera fu ripresa alla fine della guerra. Molto si dovette all’anziano parroco, don Baldassare Riffaldi che dotò il tempio di una bussola in noce per una porta simmetrica a quella centrale fatta costruire nel 1871 dal suo predecessore, don Clemente Carcano.
1956 – Il monumentale tempio fu arricchito da sei finestre istoriate policrome nel quadriennio 1956-1960, pregevoli opere del maestro vetraio Lindo Grassi.

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