La chiesa si presenta con una facciata a mattoni a vista e interni decorati in stile baroccheggiante, l’esterno se pur danneggiato dal tempo rivela vaghi intenti che rimandano all’ordine toscano. Il campanile si eleva sul fianco sinistro del tempio, risulta coronato da una cella chiusa da quattro monofore con pinnacoli angolari; il tutto culmina con una cupola bizantineggiante. Il campanile svetta per oltre 40 metri e termina con un globo in rame su cui poggia una croce alta 2 metri e 80 cm. La facciata dall’armoniosa ed elegante costruzione è scandita da un corpo centrale aggettante e da due fiancate più basse, tagliate da due lesene laterali piatte e da una corposa modanatura orizzontale.
L’ampio sagrato accentua la volumetria della chiesa e ne staglia l’incisivo profilo.
L’interno accusa una certa sproporzione tra altezza e larghezza e comprende l’altare maggiore e due cappelle che delimitano i bracci trasversali della croce latina. All’interno della chiesa si accede tramite tre portali muniti di bussola. Quello centrale si distingue per intagli in noce, fra cui si notano stemmi gentilizi in rilievo.
La prima cappella di destra è dedicata alla Madonna del Rosario e presenta una mensa in cotto, con paliotto dipinto a disegni floreali e sovrastante altare in marmo giallo-nero. La cappella che le sta dirimpetto è dedicata al Crocifisso. L’altare maggiore fu fatto costruire nel 1814 dal parroco don Giuseppe Andreoni. Il presbiterio è sovrastato da una cupola a profilo ribassato. Ai lati dell’altare maggiore ne figurano due altri minori, dedicati rispettivamente ai santi Mauro Abate e Bernardino da Feltre e a San Rocco. La chiesa è sovrastata da una bella cupola a pianta ottagonale, che sorge in corrispondenza del transetto.
1425 – Prima struttura edificata della parrocchia di Bereguardo fu una cappella fondata nel 1425 da Filippo Maria Visconti, Duca di Milano e Conte di Pavia, sotto il titolo di Sant’Antonio Abate. Sappiamo che il primo officiante un frate Agostino del Convento degli Eremitani di S. Agostino, ossia del convento di San Pietro in Ciel d’Oro di Pavia. Alcuni studiosi, tipo il Cerri, affermano che, “benché piccola, era a tre navi”.
1500 – Le notizie riguardanti la chiesa di Bereguardo riportano che essa dipese, fino al sec. XVI dalla plebania di Trivolzio poi ebbe diritti parrocchiali propri.
1565 – La chiesa di Trivolzio fu inglobata nella plebania di Trivolzio, poi, nel 1565, fu eretta una vera e propria parrocchia, con i diritti peculiari delle medesime.
1700 – Le cronache dell’epoca riportano che a causa delle precarie condizioni statiche fin dalla metà del 1700, fu ricostruita intorno al 1762, assumendo la forma planimetrica attuale, con fronte rivolta a mezzogiorno e interno configurato a croce greco-latina.
1875 – La parrocchiale fu consacrata il 2 maggio 1875 dal cardinale Lucido Maria Parocchi, già Vescovo di Pavia. In tale occasione fu insignita della dignità di Arcipretura. Il parroco di Bereguardo ha il titolo di Prevosto.
1914 – Nel tempo si resero necessari adeguati restauri anche per il fatto che era stata dichiarata nel 1914 monumento nazionale con R. Decreto 29 gennaio. Dopo un sopralluogo dell’arch. Ambrogio Annoni della Soprintendenza, in data 16 marzo 1915, fu impartito l’ordine al Comune di provvedere con sollecitudine al ripristino del monumento. A causa dello scoppio della guerra fu impossibile eseguire qualsiasi lavoro di restauro. L’opera fu ripresa alla fine della guerra. Molto si dovette all’anziano parroco, don Baldassare Riffaldi che dotò il tempio di una bussola in noce per una porta simmetrica a quella centrale fatta costruire nel 1871 dal suo predecessore, don Clemente Carcano.
1956 – Il monumentale tempio fu arricchito da sei finestre istoriate policrome nel quadriennio 1956-1960, pregevoli opere del maestro vetraio Lindo Grassi.