La chiesa, con orientamento est-ovest, è situata nei pressi del borgo di Lasnigo, su un’altura lungo la strada di collegamento tra Asso e Bellagio. In corrispondenza del prospetto nord è la scalea, fiancheggiata dalle cappelle della Via Crucis, cui si accede al sagrato delimitato da un muro in pietra che sorregge le ultime cappelle. La facciata a capanna con superficie in pietre a vista presenta un portale centrale con cornice in serizzo sormontato da un timpano con a lato un’apertura rettangolare con cornice in serizzo e oculo superiore, centrale alla facciata stessa. Anche i prospetto meridionale e settentrionale sono in pietra a vista e sono caratterizzati da contrafforti che evidenziano la scansione interna in tre campate. In corrispondenza del prospetto meridionale è presente il corpo della sacrestia. Il campanile, in corrispondenza del prospetto nord, si sviluppa su sei piani scanditi da specchiature rettangolari, delimitate da decorazioni con fregio a denti di sega inferiormente e in alto da archetti pensili e presentano, dal basso verso l’alto, una feritoia, una monofora e tre bifore.
L’interno di sviluppa con un’aula ad unica navata, con copertura a capriate lignee, scandita in tre campate da due archi ogivali, sulla quale si innesta il presbiterio quadrangolare, delimitato da balaustre e dall’arco trionfale, con al centro la mensa, posizionata su un ampio basamento. In corrispondenza della parete sinistra dell’aula è presente una decorazione ad affresco con la raffigurazione di San Carlo Borromeo tra un Santo Francescano, San Domenico con un giglio ai cui piedi è inginocchiato il committente dell’opera. A Gerolamo da Gorla sono attribuiti gli affreschi dell’arco trionfale, del sottarco, delle pareti laterali del presbiterio, oltre alla zoccolatura. La decorazione dell’arco trionfale è suddivisa in più riquadri con a destra dal basso la raffigurazione della Madonna in trono con Bambino tra le Sante Caterina d’Alessandria e la Maddalena, la Madonna Annunciata, Dio Padre, l’Arcangelo Gabriele e Sant’Antonio abate, Sant’Alessandro e San Pancrazio Martire. Nel sottarco sono presenti l’Agnus Dei, i Profeti e il Velo della Veronica, oltre alla firma dell’artista con l’iscrizione: “1547 opera fata magister ieronimus da gorla et canturio”. Sulla parete destra del presbiterio è la raffigurazione di un paesaggio con i Santi Rocco e Bernardo da Chiaravalle, mentre su quella sinistra è l’Adorazione dei Magi. In corrispondenza della parete di fondo dell’abside è l’affresco con la Crocifissione tra Sant’Alessandro, la Vergine, San Giovanni e una Madonna in trono con Bambino, datato 1513 ad opera di Andrea De Passeris, come indicato nell’iscrizione. Si accede sulla destra alla sacrestia.
XII – Fu citato per la prima volta alla fine del XIII secolo nel Liber Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, ma la sua origine è più antica: durante i recenti lavori di restauro sono stati ritrovati alcuni frammenti risalenti ad un’epoca precedente al XII secolo.
XV – Tra il XV e il XVI secolo si intraprese un importante rinnovamento dell’edificio che comportò il cambiamento della forma dell’abside (da semicircolare a quadrata), l’allungamento della chiesa e l’allargamento del perimetrale meridionale. Successivamente si intervenne allargando l’edificio sino alle odierne dimensioni e inserendo il campanile nella navata. Allo stesso intervento appartengono anche gli affreschi in corrispondenza del presbiterio, in particolare l’affresco presente sulla parete di fondo è datato 1513, opera di Andrea De Passeris che decorò anche la volta del presbiterio. Gli affreschi dell’arco trionfale, del sottarco e delle pareti laterali del presbiterio sono datati 1547 ad opera di Gerolamo da Gorla. Il completamento degli interventi avvenne probabilmente nel 1613, data incisa sull’architrave del portale d’ingresso.
1641 – Ebbe funzione di chiesa parrocchiale del paese fino al 1641, quando fu inaugurata la nuova parrocchia, dedicata alla Presentazione della Vergine al Tempio. La chiesa di Sant’Alessandro fu invece adibita a chiesa cimiteriale.
1730 – A partire dal 1730 vennero eseguiti alcuni interventi di ampliamento in corrispondenza della sacrestia, come testimoniato da un iscrizione con la data del 1732 presente sul lato meridionale, oltre alla costruzione di due sepolture al di sotto della sacrestia stessa, autorizzate da Monsignor Felice d’Adda sempre nel 1732. La campana tutt’ora presente sul campanile reca la data del 1731.
1912 – Nel 1912 la chiesa fu dichiarata monumento nazionale e nello stesso anno vengono eseguite alcune riparazioni al tetto.
Un importante intervento di restauro della chiesa venne eseguito nel 1933 con il consolidamento del campanile con l’inserimento di tiranti, oltre a interventi alla copertura della chiesa, ripetuti anche nel 1959.
Dal 1926 al 1944 vengono eseguiti interventi di restauro alle cappelle della Via Crucis.
Nel 1971 è stato eseguito un intervento di restauro degli affreschi, a cura della restauratrice Pinin Brambilla Bacilon, oltre alla revisione della copertura, lavori conclusi nel 1973.
2001 – Gli ultimi interventi conservativi che hanno riguardato Sant’Alessandro sono stati compiuti tra il 2001 e il 2007 e hanno riguardato il consolidamento generale dell’edificio e il restauro degli affreschi a cura del restauratore Giacomo Luzzana.