La facciata della chiesa di S. Agostino si allinea tra fronti di edifici civili che ancora conservano sostanziali inserti barocchi lungo il fianco settentrionale di via Lanzone, nell’ultimo tratto prima dello sbocco verso la basilica di S. Ambrogio. Il prospetto e l’intero luogo di culto, infatti, furono sottoposti a sostanziale revisione attorno al 1670, in unità coi fabbricati circostanti per secoli parte del complesso della canonica annessa alla chiesetta (parrocchiale sin dal XII sec.) e inglobati quasi soluzione di continuità nel vasto complesso di vicoli e cortili che consentono ancora oggi l’accesso ai chiostri di S. Ambrogio. Il prospetto stesso della chiesa, del resto, presenta un’elevazione architettonicamente armonica estesa sia al piano terreno sia il primo piano; l’aula dei fedeli vera e propria, tuttavia, si sviluppa al solo piano terreno, mentre al piano superiore sono alloggiate sanze di abitazione. Il prospetto è scandito in due ordini, quello inferiore è concluso da un timpano spezzato, quello superiore termina in un timpano triangolare. Il fastigio inferiore ostenta tra le ali spezzate una lapide che riprende la leggenda secondo la quale qui sant’Agostino avrebbe ricevuto il battesimo da parte di sant’Ambrogio. L’interno si sviluppa in un’unica aula rettangolare conclusa da un presbiterio a terminazione rettilinea. L’invaso è largo poco oltre i cinque metri ed è lungo, complessivamente, attorno agli unici metri e mezzo ed è percorso da paraste di ordine ionico concluse da capitelli a motivi vegetali e festoni, di raffinata fattura. Una seconda lapide in controfacciata pare confermare la leggenda del battesimo di sant’Agostino, ma l’ipotesi sarebbe da respingere. L’edificio, tuttavia, è di antica fondazione, come documenta una bolla papale del 1022 e una monofora in cotto (forse riferibile a età romanica attardata) che è stata rinvenuta durante recenti interventi di restauro conservativo (2013).
XI – Un’ipotesi, accolta da molti studiosi e reiterata da una lapide in facciata, individua nella chiesetta il luogo del battesimo di sant’Agostino per mano di sant’Ambrogio. La leggenda, tuttavia, sarebbe da respingere sulla base della precisazione di Giorgio Giulini e altri, che rilevarono come l’unico battistero di Milano nei primi secoli della Cristianità fosse collocato presso la Basilica Maggiore. In ogni caso, la chiesa fu eretta in memoria del battistero di sant’Agostino; se ne trova cenno in una bolla papale del 1022, come parte del monastero di S. Ambrogio. Poco meno di un secolo dopo, nel 1102, una bolla di Pasquale II conferiva al luogo sacro il titolo di parrocchia. Una monofora in cotto, rinvenuta durante recenti interventi su una parete interna, sarebbe da riferire alle prime fasi documentate, forse con una datazione un poco più avanzata (XIII sec.); in ogni caso testimonia che l’invaso di età romanica è sopravvissuto, in tutto o in parte, alle successive trasformazioni.
XV – Una seconda iscrizione, in facciata, avverte che la chiesa di S. Agostino fu sede, attorno al 1530, della Congregazione dei Chierici Regolari, trasferita nel 1533 in S. Barnaba. Probabile ipotizzare alcuni interventi di manutenzione o adeguamento estetico completati in quel tempo, in continuità con opere già intraprese nel XV sec. e non altrimenti documentate che dalla pala, ampiamente ridipinta, che si ammira sull’altare con “Madonna del Divino Infante” che, se non di altra provenienza, è riferita da alcuni agli ultimi decenni del Quattrocento.
XVII – L’edificio, così come oggi si presenta, è frutto di una campagna di ricostruzione che interessò, in età imprecisata, ma nel corso della seconda metà del XVII sec., sia la chiesa, sia il complesso di edifici (oggi abitazioni private) adiacenti, tra cui l’arco al civ. 30 per l’accesso all’ex monastero di S. Ambrogio. La datazione sinora proposta (attorno al 1670) trova conferma nei raffinati capitelli interni, in stretta continuità estetica ed esecutiva con altre fabbriche ecclesiastiche coeve milanesi.
2013 – Nel 2013, dopo cinque anni e una campagna di restauro conservativo dell’ambiente interno e della facciata esterna, la chiesa di S. Agostino è stata riaperta al culto e al pubblico. I lavori sono stati dedicati a Agostino Fusconi, già professore di Economia del mercato mobiliare, consigliere di amministrazione in Università Cattolica, e “grande lettore” dell’opera di sant’Agostino.