La chiesa delimita, con la sua allungata mole, il lato settentrionale del complesso di Domo, articolata distribuzione di edifici sacri che, un tempo, rappresentava il centro plebano di un vasto territorio affacciato alla sponda orientale del lago Maggiore.
Il complesso è ancora ben leggibile nell’originaria distribuzione gerarchica delle componenti che prevedeva, accanto alla chiesa grande, un oratorio per le funzioni invernali (dedicato a S. Stefano) e un battistero, alloggiato in un fabbricato del tutto autonomo, a pianta ottagonale, oggi parzialmente inglobato in case canonicali seicentesche. S. Maria Assunta conserva, di anteriori fasi edilizie, alcuni resti sul fianco meridionale, nonché il possente campanile innalzato sul basamento di una torre militare di rilevante antichità (forse dell’VIII sec.).
Per il resto, è frutto di una radicale ricostruzione operata alla fine del XVIII sec.
La chiesa si sviluppa in un’unica navata con altare maggiore rivolto a est.
A metà circa della navata si aprono due cappelle laterali, una per parte, a terminazione poligonale; la cappella di sinistra è dedicata alla Madonna del Rosario; quella destra è intitolata al Sacro Cuore di Gesù.
L’organo è insigne strumento, con materiale fonico in parte risalente alla fine del XVI sec.; proveniente dalla Collegiata di Castiglione Olona, fu trasportato a Domo nel 1872 e, unitamente alla bella cassa lignea intagliata, installato sulla cantoria in controfacciata.
X – La possibilità di retrocedere almeno al X sec. la fondazione della parrocchiale di Domo è consentita dalla sopravvivenza, di fronte alla chiesa stessa, di un edificio autonomo ad uso di fonte battesimale, conservatosi ancora leggibile nelle caratteristiche riferibili ad età protoromanica. Col battistero, S. Maria Assunta componeva un complesso che replicava, in modi semplici, gli schemi adottati nei centri maggiori e che prevedevano, accanto al battistero, una chiesa grande in funzione di chiesa estiva e una chiesa più piccola, per le funzioni invernali. Anche questa seconda chiesa sopravvive a delimitazione del complesso di Domo e conserva l’intitolazione a S. Stefano.
XI – Al di là delle ipotesi, la prima fase edilizia documentabile della chiesa di S. Maria a Domo risale al XI-XII sec. Tracce romaniche, infatti, presentano sia il campanile (già probabile torre militare), sia alcuni settori della parete laterale sud della medesima chiesa, parete dove sono incorporate alcune porte ora murate. Non è chiaro se la tipologia di chiesa a navata unica, con presbiterio rettangolare e tetto a vista sorretto da archi trasversi, così come descritta nelle visite pastorali cinquecentesche, sia da riferire a questo primitivo impianto o ad una riforma attuata tra XIV e XV sec.
XVII – Le prime opere di riforma documentate risalgono al XVII sec. Sul corpo della chiesa medievale furono innestate due cappelle affrontate in posizione quasi mediana, nei modi di un vero e proprio transetto. Le due cappelle, pur frutto di fasi edilizie separate, presentavano e ancora presentano una comune terminazione poligonale. Il termine ante quem per questi lavori è fissato nel 1684, anno in cui fu ultimata la cappella laterale destra, dedicata in origine a S. Antonio Abate.
1786 – “Antiquissima”, la chiesa di S. Maria Assunta fu sottoposta a radicale rifacimento a partire dal 1786, secondo i disegni redatti da due periti del luogo (Francesco e Silvestro Giorgetti) e recentemente pubblicati. Ne furono stravolti interno ed esterno della chiesa, pur nel rispetto delle dimensioni originarie dell’invaso. Le cappelle laterali seicentesche, invece, furono risparmiate e incorporate nel disegno complessivo del nuovo edificio.
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