Chiesa di Santa Bernardetta (Milano)

Progettato dall’ingegnere Urbano Pierini, dall’architetto Marcello Pietrantoni e dall’architetto Fabia Ponte di Pino alla fine degli ottanta, il complesso della parrocchia di S. Bernardetta asseconda l’andamento di via Boffalora sulla quale affaccia.

L’ipotetico volume che senza soluzione di continuità si sviluppa ospitando tutte le funzioni del complesso, è stato svuotato completamente in corrispondenza dell’angolo sulla facciata principale.

Qui la copertura prosegue sino al pilastro centrale con il quale segna gli spigoli del volume “mancante”. L’asse di simmetria dell’edificio parte appunto dal citato pilastro raggiungendo l’abside: cinque gradini segnano la differenza di quota tra strada e portico, altri tre separano quest’utimo dall”ingresso della chiesa.

L’edificio a navata unica si contraddistingue per l’uso del mattone faccia a vista su tutte le superfici esterne, mentre all’interno il bianco delle superfici verticali intonacate si accompagna ad un esteso utilizzo del legno: l’intera struttura della copertura in legno lamellare e l’assito che su di essa poggia sono stati lasciati a vista.

Unica eccezione, il volume del campanile rivestito in mattoni faccia a vista che attraversa l’edificio, inglobando l’organo alla quota superiore ed i tre ingressi a quella inferiore.

Le vetrate policrome realizzate da Pietro Nimis nel 1995 scandiscono le facciate laterali ed il salto di quota della copertura, così come fanno da quinte alla fonte battesimale ed alla cappella del Santissimo Sacramento.

Il presbiterio, rialzato rispetto all’aula, ospita altare, ambone, sedi e pavimento realizzati dallo scultore milanese Giò Pomodoro nel 1991 mentre il crocifisso ligneo a conclusione dell’abside è una scultura di don Marco Melzi.