La chiesa orientata a sud-ovest è ad impianto basilicale a tre navate con sei cappelle laterali per parte, transetto con terminazioni emicicliche e profondo presbiterio ed è anticipata da un profondo piazzale dal quale è sopraelevata tramite una gradinata.
La facciata principale interamente intonacata con elementi in pietra d’Angera e ceppo gentile, si presenta incompiuta.
E’ organizzata in due ordini: l’inferiore è scandito da dodici lesene corinzie reggenti una trabeazione senza cornice, il superiore presenta un grande finestrone termale suddiviso da lesene non scanalate, non rastremate e senza base, di aggetto uniforme e con semplice innesto di cherubini al posto dei capitelli; un timpano triangolare decorato con motivo a greca, medaglioni e mensole chiude in alto la facciata.
Il prospetto laterale destro su via degli Olivetani denuncia la complessità architettonica della cappella Arese e l’imponente sviluppo del tiburio troncoconico a copertura della cupola centrale impostato su un alto tamburo scandito da coppie di semicolonne a incorniciare le finestrature timpanate e sovrastato da lanternino sommitale con copertura a cupola estradossata.
Superata la bussola lignea con elementi ad intaglio del XVII secolo l’aula è suddivisa in tre navate da pilastri in muratura intonacati ed affrescati.
L’impianto volumetrico vede una netta separazione strutturale della zona del transetto e dell’abside dalle navate antistanti tramite l’alta cupola impostata su quattro grossi pilastri all’incrocio tra i bracci e raccordata a quest’ultimi tramite pennacchi trapezoidali.
Sotto il capocroce è la cripta a tre navate con volte a crociera rette da colonne toscane in granito, a cui si accede tramite un collegamento nel transetto laterale sinistro.
Sia le cappelle laterali che il presbiterio, risultano sopraelevate rispetto alla navata.
Tutto l’interno della chiesa è rivestito da una ricca decorazione a stucco ed affreschi risalente alla fine del Cinquecento; la maggior parte dei dipinti è invece posteriore, opera di artisti lombardi del primo Seicento.
IV – Le notizie inerenti il primitivo edificio sono incerte sebbene gli scavi archeologici condotti nella seconda metà del Novecento abbiano individuato sia le fondazioni del mausoleo imperiale, poi divenuto cappella di San Gregorio, sia quelle del recinto che le proteggeva.
VIII – Nell’VIII secolo la chiesa iniziò ad essere indicata con l’attuale denominazione.
XI – L’arcivescovo Arnolfo affidò la basilica ai Benedettini di san Vincenzo in Prato, che costruirono il convento annesso come loro residenza.
1507 – Il 29 agosto del 1507 il complesso passò agli Olivetani che intrapresero una radicale trasformazione della chiesa e dell’annesso monastero.
1553 – Realizzazione dei due grandi chiostri a pianta quadrata del complesso conventuale, su progetto del Seregni e dell’Alessi.
1560 – I lavori di rifacimento del complesso monastico furono intrapresi sotto la direzione di Vincenzo Seregni a partire dalla cripta e dalla tribuna con la contestuale distruzione della chiesa vecchia del monastero. Il cantiere di San Vittore fu molto articolato: a Seregni probabilmente subentrò l’allievo Galeazzo Alessi nel 1564. Successivamente Martino Bassi si occupò di alcune cappelle laterali, della cupola e del campanile; quest’ultimo risulta concluso entro il 1580. Nel 1568 è attestata la presenza in cantiere di Pellegrino Tibaldi.
Si registrano anche interventi di Tolomeo Rinaldi e Francesco Sitoni. Nel 1584 Pietro Piantada, capomastro la cui presenza nella fabbrica fu costante per tutta la durata del cantiere, lavorò alla facciata principale, rimasta incompiuta.
1568 – La costruzione della chiesa si arrestò a causa della peste e del crollo del tiburio.
1602 – Nel 1602 venne consacrato il nuovo altare dopo la traslazione dei corpi di S. Vittore e S. Satiro.
La cupola centrale venne affrescata nel 1617 da Guglielmo Caccia (detto “il Moncalvo”) e da Daniele Crespi.
1661 – Su commissione di Bartolomeo Arese, Girolamo Quadrio progettò la cappella Arese, sesta cappella laterale destra.
1804 – Il monastero fu soppresso nel 1804 e utilizzato fino al 1940 come ospedale militare, poi come caserma.
1880 – Pulitura e restauro degli affreschi dei pennacchi della cupola ad opera di Agostino Caironi e Giovanni Magni.
1943 – La chiesa, dopo il rifacimento della pavimentazione nel 1930, subì gravi danni per i bombardamenti dell’Agosto del 1943. A partire dal 1947 vennero intrapresi lavori di restauro e abbellimento: rinnovo del pavimento marmoreo, riordino delle cappelle con nuovi altari, balaustre e vetrate.
Anche il monastero fu danneggiato dai bombardamenti dell’ultimo conflitto mondiale; successivamente fu restaurato da Piero Portaluppi e Ferdinando Reggiori, riadattandolo a museo.
1980 – Restauro della cupola a cura di Massimo Maria Peron.
1993 – Progetto per il nuovo altare, a cura della scuola Beato Angelico.
2007 – Rifacimento dell’impianto elettrico con i fondi dell’8 per mille CEI.
Nei dintorni



Basilica di Sant'Ambrogio, Piazza Sant'Ambrogio, 15, Milano, MI, Italia


