L’oratorio sorge nel cuore dell’abitato di Piero, frazione di fondovalle del comune di Curiglia e Veddasca posta a cerniera tra i paesi delle pendici settentrionali della medesima valle e quelli distribuiti sul versante meridionale. Sorto in origine sotto la protezione dei santi Pietro e Paolo, l’oratorio presenta le caratteristiche di una costruzione seicentesca: aula unica rettangolare, presbiterio quadrangolare e bel gioco di volte sopra gli ambienti interni. La facciata a capanna, coronata da un cornicione in forte aggetto, è centrata dall’unica porta d’accesso, coronata da stipiti di pietra sagomati; ai lati della porta si apre una finestrella per parte, così da consentire il raccoglimento ai viandanti in transito. Il campanile, a pianta triangolare, è settecentesco. All’interno, un ciclo di ingenui affreschi con i santi Pietro e Paolo sarebbe coevo al primitivo impianto. La chiesa è orientata. Vi si festeggia il 25 gennaio in occasione della conversione di S. Paolo apostolo.
XVII – L’edificio sacro è frutto di una fase costruttiva unitaria non documentata, ma da collocare certamente al XVII sec. Lo provano l’impianto ad aula unica, con presbiterio sostanzialmente quadrato, l’articolato sistema di coperture interne (volta a botte sopra l’aula e volta a vela sopra il presbiterio) e i due affreschi con i santi titolari (in origine Pietro e Paolo) ai lati dell’altare maggiore. Questo, inoltre, reca al vertice del timpano un bel gruppo scultoreo con Dio Padre benedicente di buona fattura seicentesca. Col tempo, alla primitiva invocazione si sostituì quella alla Madonna delle Grazie, come documentato nel 1748 in occasione della visita del card. Giuseppe Pozzobonelli.
XX – L’abitato rurale di Piero, che negli anni venti del XX sec. ancora contava “una cinquantina” di abitanti (Del Torchio), subì un rapido spopolamento nel volgere di pochi decenni. L’oratorio, conseguentemente, fu chiuso e abbandonato. Soltanto alla fine degli anni ottanta di quel secolo furono avviate opere di ripristino culminate nella riscoperta (1991) dei due affreschi ai lati dell’altare.