Chiesa di San Martino (Campagnano, Maccagno con Pino e Veddasca)

Chiesa insigne e di ragguardevoli dimensioni, in relazione ai luoghi. Sorge poco distante dall’abitato di Campagnano, oggi frazione del comune di Maccagno con Pino e Veddasca, in posizione isolata (per la presenza dell’area cimiteriale), ma facilmente raggiungibile dai diversi paesi un tempo riuniti nella cura di questo edificio sacro e, col tempo, divenuti sede di parrocchie autonome. La chiesa s’innalza con la facciata di sapore cinquecentesco, ma completata nel 1825. Il prospetto, puntuale riflesso dello schema tripartito interno, presenta una campata centrale alta e preminente, coronata da un massiccio timpano a ‘ali spezzate’ sostenuto da un fregio percorso da triglifi e da due lesene giganti. Le ali laterali minori sono raccordate al corpo centrale da volute sull’attico, utili per dissimulare l’andamento della falda delle rispettive navatelle retrostanti. Il gioco tra gli elementi in pietra (cornici e attici di aperture, cantonali, cornici marcapiano e capitelli delle lesene) e le campiture a intonaco contribuiscono a riferire il disegno originario della facciata a lavoro cinquecentesco, debitore di moduli tardo-bramanteschi filtrati attraverso i più importanti cantieri in corso sul Verbano tra XVI e XVII sec. (Pallanza, Cannobio, Brissago). L’interno, impostato con il prospetto nel corso del XVI sec., è frutto di una realizzazione tardiva, come mostrano le colonne di separazione tra le navate (in granito, con accentuata entasi e capitello dorico) e il gioco ricercato delle coperture (a vela, a crociera, a botte), nei modi tradizionalmente praticati nell’edilizia ecclesiastica ambrosiana del XVII sec. Ne risulta, comunque, un impianto grandioso che culmina nella cupola non estradossata cimata da lanternino. L’intero complesso è rimarchevole, per dimensione e qualità. La chiesa è interamente sollevata su un basamento ricavato nel pendio della montagna, un tempo destinato a cimitero. Il recinto è chiuso da un bell’arco di accesso a tutto sesto. Ai piedi, due balze ricavate nel declivio dovevano costituire l’orto di sostentamento per il parroco, la cui casa (già esistente nel XV sec.) ancora resiste. Precede la chiesa una possente torre campanaria, in pietra, dominante la valle e segnale sacro di notevole impatto nel paesaggio.