Chiesa di San Giovanni Evangelista (Masate)

1830 – L’aumento della popolazione di anime rendono insufficiente l’antica parrocchiale di San Giovanni Evangelista e nel 1836, invece che ampliare la vecchia chiesa, si preferisce costruirne una nuova seppur sullo stesso sedime ma con orientamento più felice. Il nuovo impianto, infatti, garantisce migliore illuminazione e un decoroso sagrato che, seppur piccolo, lascia ben leggere l’intera facciata.
1838 – La chiesa fu costruita in tempi rapidi anche se durante i lavori si dovettero fare alcune scelte dimensionali restrittive per contenere le spese. In particolare si è ridotto la maestosità della cupola – di memoria pantheoniana – realizzando una “piccola tazza” che non ha comunque leso la maestosità dell’impianto. Le opere murarie furono affidate al capomastro Andrea Ballerini. La cupola realizzata senza l’ausilio dell’armatura è sostenuta all’impianto da gruppi di colonne di ordine corinzio.
La facciata, iniziata nel dicembre 1940, fu ultimata il 5 giugno 1840 giorno della Consacrazione della Chiesa da parte del Cardinale Gajsruch.
1842 – La pavimentazione interna fu realizzata dalla ditta Sala in formelle esagonali di cemento decorativo con giochi di alternanza cromatica, che vediamo ancora oggi nella parte assembleare, mentre gli stucchi vennero affidati a Giovanni Negri ed ai Buzzi.
1869 – I due altari laterali di marmo, di modeste dimensioni e poggiati sulla muratura di perimetro, vennero realizzati più tardi nelle due cappelle originarie, in quella di destra dedicata alla Vergine e in quella di sinistra dove è venerato il Crocefisso.
1909 – Realizzato in stile neoclassico crea poco dialogo formale con la facciata; fu dotato di un concerto di campane realizzate dalla ditta Bianchi Angelo di Varese posto in quota nel 1911.
1917 – Le decorazioni, realizzate dal pittore Rossi, sono per la maggiore concentrate nell’area di mezzo del corpo di navata centrale. Sui quattro pennacchi su cui poggia la cupola sono raffigurati i quattro evangelisti, mentre la lunetta sopra la cappella della Vergine porta dipinto il re Davide e il profeta Isaia.
1967 – Negli anni post Concilio si intervenne sulla zona del presbiterio con una nuova pavimentazione e con innalzamento dell’altare maggiore e del tabernacolo con il suo tempietto. Si procedette anche alla riorganizzazione del coro ligneo posto sullo sfondo dell’abside, creando però un doppio orizzonte visivo di lettura prospettica rispetto all’altare maggiore, che ne uscì così indebolito.
1982 – Appena un secolo dalla costruzione si dovette intervenire sulla copertura e sul restauro della cupola e sui muri esterni perimetrali della chiesa.
1996 – Il parroco don Martino Sironi riporta agli antichi splendori gran parte dei decori, affreschi e pitture della chiesa.