La chiesa con unica navata e sei cappelle laterali ha un’abside semi ottagonale, orientata verso sud ovest.
Le superfici esterne sono in pietra a vista con corsi di laterizio.
Lo stile è decisamente Neo Imperiale e un arco a tutto sesto cieco, posto in facciata, con sottostante apertura rettangolare, sottolineano la tendenza.
Anche alcune finestre laterali di tipo termale si aggiungono a quei dettagli in stile classico Romano.
Due paraste laterali con soprastante tettuccio in coppi, definiscono l’ampiezza della facciata principale.
Per entrare in chiesa si salgono alcuni gradini oppure si percorre una rampa inclinata per l’accesso facilitato.
A protezione dell’ingresso principale è presente una pensilina in legno e coppi di cotto.
1925 – Iniziata nel 1925, ultimata nel 1928, consacrata nel 1933.
Voluta dal card. Ferrari nella Visita Pastorale del 1906, per l’insufficiente capienza dell’antica chiesa parrocchiale in cima al colle.
La soluzione del problema fu affrontata con cinque progetti: quello dell’ing. Luigi Moretti di Milano, che propose nel 1910, su incarico del parroco don Giuseppe Arrigoni, l’ampliamento dell’attuale Santuario sul retro; quello dell’arch. Angelo Angelini, pure di Milano, su incarico del nuovo parroco don Angelo Morandi, che propose di allungare la vecchia chiesa sul davanti, verso la gradinata; un secondo dell’Angelini che prevedeva la completa demolizione dell’attuale Santuario e lo spianamento della sommità della collina fino al livello della Via Crucis.
A questo punto fu proposto alla popolazione un referendum per scegliere se allungare la vecchia chiesa sul davanti o costruirne un’altra presso il Montanè.
La maggioranza decise per la nuova chiesa, incaricando ancora l’Angelini.
1928 – L’arch. Angelini progettò una maestosa costruzione con chiesa superiore e inferiore. Essendo un’opera troppo costosa, la proposta fu accantonata.
Il nuovo incarico fu affidato nel 1925 agli architetti Ottavio Cabiati e Luigi Brambilla di Milano che presentarono un progetto di dimensioni ridotte in stile romanico classico. Nello stesso anno le imprese Cogliati e Sironi iniziarono i lavori. Due anni dopo l’esterno era quasi ultimato. Non vennero costruiti il campanile e il pronao. Anche l’intonaco non venne realizzato quindi la muratura in pietra mista a vista (prevalentemente di arenaria), alternata da fasce di laterizio, è ancora oggi ben visibile. Nel 1930 venne completato anche l’interno e il 18 aprile 1933 fu solennemente consacrata per mano del beato card. A. Ildefonso Schuster.
Negli anni 1939-40 furono realizzati gli affreschi del pittore Pietro Cortellezzi della Scuola d’arte “Beato Angelico” di Milano.
1940 – Nel 1940 fu collocato in sacrestia un monumentale armadio di noce massello, proveniente da una chiesa demolita a Lissone. Nel 1972 fu sistemato il presbiterio secondo le norme liturgiche dei Concilio Vaticano II.
Nel 1977-79 fu risolto il problema del sagrato: con una gradinata circolare e una semplice tettoia. Infatti l’imponente pronao del Cabiati non poté essere realizzato, perché l’area del sagrato antistante la facciata era stata ridotta dal tracciato della strada Belvedere, attigua al sagrato stesso.
2019 – L’ultimo restauro ha interessato l’apparato pittorico e l’impianto di riscaldamento.
Il Maestro Luciano Rossini di Besana Brianza ha ridato valore a tutto l’apparato pittorico mentre il geometra Enrico Cogliati si è occupato del coordinamento dell’intero iter progettuale.