Chiesa di San Giacomo Maggiore (Pontida)

Diocesi di Bergamo - chiesa parrocchiale - Lombardia

Pontida - piazza Giuramento n.2 - BG - 24030

035/795025

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

1095 – le prime notizie della chiesa di San Giacomo di Pontida, sono da ricondursi alla fine del secolo XI. La chiesa, voluta dal monaco Alberto da Prezzate, venne consacrata sotto il titolo di San Giacomo apostolo maggiore, il 6 aprile, ad opera del vescovo di Imola
1294 – la chiesa viene edificata, per volontà del cardinale Guglielmo Longo, commendatario del monastero
1350 – il paese e cosi anche la chiesa subì nella seconda metà del XIV secolo, numerose devastazioni ad opera dei partitanti di Bernabò Visconti
1491 – la chiesa rimase praticamente abbandonata fino la fine del XV secolo, quando la Repubblica di Venezia comprò tutti i resti della distruzione con i possedimenti e, al posto dei monaci cluniacensi, fece venire monaci veneti della Congregazione di S. Giustina di Padova. Essi ricostruirono il monastero, innalzarono una facciata di mattoni a vista alla chiesa, abbandonando le due prime campate, prolungarono in stile rinascimentale tutto il presbiterio
XVI – nella parete verso nord erano state aperte quattro cappelle: quella della Madonna con ricchi marmi e statue, quella dei Morti con la Deposizione di Giacomo Dolfino, la cappella di S. Giuseppe e la piccola cappella del battistero
1575 – il 7 ottobre, l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando la chiesa di San Giacomo di Pontida, sede del priorato, annotò che la cura delle anime era affidata ai monaci della congregazione di Santa Giustina di Padova, dell’ordine di San Benedetto. L’unica confraternita registrata, era quella del Santo Spirito, eretta presso l’omonimo altare. Alla cura di questa parrocchia erano incaricati due monaci, di cui uno con il ruolo di coadiutore
1666 – coem riporta lo storico Marenzi la chiesa parrocchiale aveva quattro altari a cui erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e del Suffragio per i morti
1828 – dopo la soppressione francese del 1798, grazie al primo parroco diocesano, D. Giuseppe Mangili, il monastero ebbe una nuova facciata,l’attuale, in stile neoclassico progettata dall’architetto Giuseppe Bovara di Lecco
1910 – con il ritorno dei monaci, viene restaura a cappella terminale di sinistra, aperte le due pareti del presbiterio con due grandi trifore per contenervi l’organo, vengono ricostruite le volte di tutto il presbiterio in forme gotiche e sistemato il coro in forma absidale
1938 – nuova pavimentazione della chiesa e restauro del fonte battesimale
1943 – realizzazione del mosaico raffigurante Cristo nella zona absidale
1954 – realizzazione degli affreschi nella cappella dei morti
1980 – viene demolito il monumentale pulpito ancorato al primo pilastro di sinistra verso il presbiterio
1982 – ristrutturazione ed adeguamento liturgico del presbiterio

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