La chiesa è progettata all’interno di un programma edilizio degli anni Cinquanta per residenze e attività sociali vicine al Parco Lambro, ma è costruita solo nel 1965. Lo spazio si articola attraverso diversi volumi organizzati intorno all’aula ottagonale centrale che ospita la zona dedicata ai fedeli. Realizzato in cemento armato e mattoni, l’ambiente viene illuminato da pareti in vetrocemento e custodisce arredi liturgici disegnati secondo un sistema geometrico di sobrietà ed essenzialità
Impianto urbanistico e contesto di riferimento
La chiesa viene pensata all’interno del complesso residenziale costruito dal progettista nel quartiere Cimiano a Nord-Est di Milano, ai margini del parco Lambro. Essa è parte integrante dell’ampio programma edilizio, sociale e scolastico costruito alla fine degli anni Cinquanta lungo via Don Giovanni Calabria, parallela alla trafficata via Palmanova e alla linea verde della Metro. Sebbene il primo progetto risalga al 1953, la realizzazione dell’edificio si protrae per oltre un decennio, in concomitanza con il progetto urbanistico, al punto da essere inserita nel piano del cardinale Montini del 1962/63, “22 chiese per 22 concili”, promosso per celebrare l’apertura del Concilio Vaticano II. L’architettura si presenta articolata per l’unione di diversi volumi che le conferiscono un carattere autonomo all’interno del contesto urbano di riferimento, dominato da spazi aperti e blocchi residenziali. L’intero complesso si presenta austero ma allo stesso tempo accogliente, grazie all’equilibrio creato tra il cemento armato, l’intonaco grigio di rifinitura, il vetrocemento e le piastrelle di grès ceramico bianco, presenti in particolare ai lati e nella parte superiore.
Facciata principale
L’accesso principale è collocato in posizione centrale e in asse con l’altare. Tramite un’ampia scalinata si accede ad un sagrato coperto che raccoglie due passaggi laterali schermati da una parete che li nasconde alla via. In questo modo la chiesa accoglie i fedeli che arrivano da ogni parte e li immette nella grande aula interna, anche se non mancano accessi più avanzati che collegano il piazzale direttamente con la zona del celebrante. Infine completa la composizione il porticato che sovrasta il sagrato: questo corpo proteso in avanti è sede della scritta dedicatoria e della Croce, collocata su di una parete in vetrocemento; all’interno lo spazio accoglie una balconata rivolta verso l’altare.
Organizzazione interna
La pianta è a forma di croce costruita attorno allo spazio ottagonale che ospita l’assemblea dei fedeli. Sono riconoscibili i punti focali della liturgia negli spazi, anch’essi ottagonali, che ospitano il battistero e la cappella dei Santi ai lati, mentre l’altare è collocato in un’area di fronte. Questa è circondata da due ali simmetriche che accolgono altre panche ed è chiusa dalla sagrestia nella parte posteriore; essa collega l’intero corpo della chiesa con gli uffici parrocchiali. In realtà da fuori è ben visibile il blocco della torre campanaria che, al di sopra della sagrestia stessa, raccorda il volume dei servizi con il volume della liturgia. In particolare è presente un doppio livello nell’area presbiteriale con un balcone affacciato sull’altare che ospita la cantoria. Infine al livello seminterrato si trovano alcune aule per le associazioni e per l’oratorio, oltre che una grande sala cinematografica. Recentemente l’ala destra rivolta all’altare è stata adibita a cappella grazie ad una vetrata che la separa dall’aula dei fedeli: essa ospita il Santissimo Sacramento.
Caratteristiche strutturali
L’edificio viene costruito con una struttura in cemento armato lasciato a vista, con travi radiali dello stesso materiale che sostengono le coperture dei singoli blocchi, rivestite esternamente con tegole. La costruzione a telaio di pilastri e travi permette di inserire estese pareti in vetrocemento che garantiscono un’illuminazione costante all’interno.
Aspetti liturgico-pastorali
L’edificio viene immaginato come un luogo di accoglienza ed esprime la semplicità di una chiesa che si raccoglie intorno alla sua comunità. Lo spazio assembleare viene costruito attraverso un’articolazione di volumi che, grazie ad un calibrato uso della luce e del livello delle coperture, è capace di stabilire senza rigidità una precisa gerarchia tra i vari elementi liturgici. Il ruolo centrale dell’altare viene valorizzato dalla parete vetrata e dalle balconate presenti al livello superiore che favoriscono un clima di partecipazione tra il celebrante e i fedeli. Inoltre lo stesso dinamismo spaziale rappresenta la ricerca della fede che è riconducibile ad un’unica verità, ma raggiunta da punti di partenza diversi: così come ogni punto dell’edificio, pur presentando una conformazione differente, è sempre rivolto verso lo spazio aggregativo dell’altare. Opere d’arte Meritevole di attenzione è il tabernacolo disegnato con rigide forme geometriche che si intona con garbo all’architettura essenziale in cui è inserito, mentre è presente nella nuova cappella un Crocifisso intarsiato in legno.
1953 – L’attuale chiesa viene costruita su progetto dell’architetto Carlo De Carli. La chiesa di San Gerolamo Emiliani, rientrante nel progetto delle ventidue chiese celebrative del Concilio Vaticano II, è stata edificata come centro dei servizi religiosi pensati per il quartiere di Cimiano, costruiti tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta. L’esito finale è frutto di una lunga progettazione che vide tre diverse soluzioni planimetriche.
1963 – La chiesa, dopo varie vicissitudine durante la costruzione, viene terminata a fine del 1965 e benedetta il 18 dicembre dello stesso anno.
1969 – Il 30 maggio 1969 viene consacrato l’altare della chiesa di san Gerolamo Emiliani.
1995 – Progetto per i lavori di manutenzione straordinaria della facciata, dei sotterranei e delle rampe a cura dell’architetto Ivan d’Agostini.
1997 – Lavori di manutenzione straordinaria nel presbiterio
2002 – Progetto per la realizzazione di una rampa di accesso per disabili a cura dell’architetto Riccardo de Carli.
2002 – Progetto per la decorazione pittorica dell’abside.
2008 – Riordino delle cappelle laterali, modifica e spostamento suppellettili e posizionamento del fonte battesimale nella cappella a sinistra
2010 – Realizzazione pavimentazione esterna alla chiesa parrocchiale
Breve biografia dell'architetto
Carlo De Carli è stato un architetto che ha caratterizzato il dibattito milanese a partire dal secondo dopoguerra accompagnando, ad un’intensa attività professionale, un impegno costante nella ricerca progettuale. Tra le opere più significative si ricordano la casa per abitazioni e uffici in via dei Giardini (1947-49), il teatro Sant’Erasmo (1951-53), entrambi a Milano, e il grande Ricovero per Anziani di Negrar, Verona (1955-63). Oltre ad aver diretto riviste quali “Il Mobile Italiano” e “Interni” è stato anche rettore al Politecnico di Milano, mentre la sua attività di designer lo ha portato a collaborare con Cassina e Tecno e ad essere membro della Giunta Esecutiva della X e XI Triennale di Milano.
L’architetto si confronta con il tema dell’architettura sacra attraverso diversi progetti a Milano e altrove. Da ricordare sono i conventi milanesi di Sant’Antonio per l’ordine francescano (1959-63), l’istituto della Beata Vergine Addolorata (1946-55), la chiesa di San Biagio a Monza (1965-68), presente nell’itinerario, ed infine la chiesa di San Giovanni Battista a Morbegno (1993).