Suggestiva chiesetta collocata in ancor più suggestiva località, lungo i sentieri che, da Sarigo, discendono tra i boschi verso la media Val Travaglia, e nei pressi di un torrente. Il pronao della chiesa si protende sopra uno di questi percorsi e offriva ai viandanti un riparo e l’occasione di un momento di preghiera per il quale erano allestiti due improvvisati inginocchiati in pietra davanti alle due finestrelle, sempre aperte ai lati del portale centrale. L’edificio è frutto di diverse fasi costruttive e si presenta oggi come un allungato invaso al termine del quale, verso oriente, s’innalza l’altare maggiore. Destano interesse i cicli affrescati di cui restano cospicue tracce sulla parete settentrionale; meritano attenzione, in particolare, un S. Martino che dona il mantello al povero e un’Ultima Cena.
XIII – La prima notizia della cappella dedicata a S. Genesio, a valle del borgo di Sarigo, risale all’elenco noto come Liber Notitiae Sanctorum Mediolani, compilato alla fine del XIII sec. o altri inizi del secolo successivo.
XVI – Sono evidenti, a chi contempli la fiancata a valle della chiesetta, le diverse fasi di ampliamento a cui fu sottoposto il nucleo originario dell’edificio, progressivamente allungato verso ovest, di campata in campata, durante momenti anche cronologicamente molto distanti tra loro. Tuttavia, l’assenza di documentazione edita non permette, sinora, di stabilire un arco temporale attendibile per i lavori. Sicuramente, la riforma dell’abside, in origine, s’immagina, a terminazione semicircolare, fu completata entro la seconda metà del XVI sec. Entro il XVII sec., invece, si giunse alla facciata attuale, impreziosita con rustico portichetto. Che questi siano gli estremi, piuttosto ampi, entro i quali fu compiuta la riforma dell’antica chiesa, è dimostrato sia dalle estese porzioni di affreschi, risalenti al XVI sec., distribuite omogeneamente lungo la parete settentrionale del fabbricato, sia dall’altare maggiore ligneo, databile al XVII sec.