La chiesa di S. Donnino sorge poco fuori l’abitato di Roggiano (frazione del comune di Brissago Valtravaglia), lungo la strada di collegamento con Bedero e con il lago Maggiore.
L’edifico sacro è il frutto di diverse fasi costruttive, non tutte ancora svelate dai documenti e da attente campagne di restauro conservativo che ancora il monumento attende.
L’impianto è stato sostanzialmente riconfigurato per interno entro il 1730: la facciata è coronata da un frontone ricurvo; l’interno, a navata unica con volta a botte ‘unghiata’, è scandito in tre campate asimmetriche; il presbiterio è profondo, coperto con una cupola ribassata sostenuta da pennacchi e concluso da un’abside semicircolare.
Scomparsi i cicli affrescati nel 1522 da Guglielmo da Montegrino, la chiesa presenta un interessante campionario di stucchi decorativi, già a sue tempo elogiati dal card. Giuseppe Pozzobonelli in visita sul posto nel 1748.
Sono seicenteschi (1625) quelli che ornano gli spicchi e le lunette delle volte nelle due cappelle laterali a pianta poligonale; risalgono ai primi decenni del XVIII sec. quelli nel presbiterio; i movimentati capitelli delle lesene che scandiscono l’aula dei fedeli sono del terzo quarto del ’700, purtroppo di bottega anonima.
In attesa che auspicabili sondaggi restituiscano possibili tracce dei cicli affrescati di cui si è fatta menzione, rivelano tracce di maggiore antichità solo il campanile (archetti intonacati, forse del XII sec.) e il singolare vano a pianta quadrata che si apre a sinistra dell’ingresso.
Questo ambiente, con volta a vela ‘costolonata’ retta da piedritti di fattura almeno quattrocentesca, non era in origine parte della chiesa, più ristretta dell’attuale. Fu adibito a battistero nel 1725, quando l’edificio fu prolungato di una campata.
Si tratta, forse, di una cappella-ossario esistente nel recinto del cimitero che circondava il luogo di culto sin dalla sue fondazione.