La chiesa di San Brizio, nella frazione di Olginasio (comune di Besozzo), si innalza sul fondo di una piazza con la classicheggiante facciata, frutto di un intervento di ricostruzione integrale operato nel XX sec.
Conserva, però, tracce che consentono di ricostruire le prime fasi della vita cristiana della comunità, anche se solo in parte.
Il campanile, innanzitutto, inglobato nelle murature sul fianco settentrionale del prospetto attuale, dovrebbe essere databile al XII o agli inizi del XIII sec. quando, “in loco olcenaxia”, esisteva già un oratorio, ma dedicato a sant’Antonio.
La chiesa, invece, conserva dell’antica il corretto orientamento liturgico a est e certamente una parte del sedime originario.
Il prospetto è classicheggiante e riecheggia, a distanza di oltre mezzo secolo, quello giustapposto all’invaso della chiesa di S. Vito nella frazione di Bogno: corpo centrale preminente coronato di frontone; ali laterali minori concluse orizzontalmente e raccordate al settore principali da volute; portichetto su colonne doriche con altro frontone.
L’interno è impostato su due campate sostanzialmente a tre navate.
Le due campate della nave sono coperte da pseudo-cupole a diverso sviluppo (quella che precede l’abside è maggiore in altezza); i corridoi laterali, invece, sono coperti da volte a botte ribassate.
Nella seconda campata si aprono due cappelle laterali.
L’abside è in curva.
Danno luce all’interno gli affreschi, in particolare quelli su fondo oro del catino absidale, distesi nel 1991 in previsione della riforma liturgica dell’area.
XII – La situazione devozionale della località nel basso medioevo è ben delineata grazie all’elenco dei luoghi sacri della diocesi di Milano noto come ‘Liber Notitiae Sanctorum Mediolani’, redatto agli esordi del XIV sec., che menziona una chiesa intitolata a sant’Antonio “milite” “in loco olcenaxia. plebis brebia”. La continuità del luogo di culto nei secoli sembra attestata dal campanile, di salda origine medievale nonostante le manomissioni (XII sec./XIII sec.); tuttavia, la cappella era destinata a comparire nelle fonti successive con un’intitolazioni ai santi Cosma e Damiano (XVI sec.). Solo nel 1748, durante la vista del card. Giuseppe Pozzobonelli, fu documentata per la prima volta l’invocazione a S. Brizio destinata a perdurare sino ai nostri giorni.
1889 – Nel 1898, nell’ambito della visita dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Besozzo, fu visitata la chiesa di San Brizio di Olginasio. La chiesa era dotata di un beneficio parrocchiale, che risultava già costituito; il clero era costituito dal parroco che risiedeva nella casa parrocchiale costruita nel 1889 su terreni donati dall’allora sindaco della comunità. I parrocchiani erano 690, compresi gli abitanti della frazione di Ronco; nella chiesa parrocchiale erano state erette la confraternita del Santissimo Sacramento, il consorzio femminile del Santissimo Rosario, la pia unione delle Figlie di Maria e la compagnia di San Luigi Gonzaga, la Pia unione della Sacra Famiglia e le Terziarie francescane. La parrocchia, in realtà una vicaria, era di nomina arcivescovile.
1903 – I repertori diocesani correnti indicano nel 1903 la data di ricostruzione pressoché globale dell’edificio sacro, ad eccezione del campanile (Guida della Diocesi di Milano). Gli estremi coincidono con un’operazione volta a suggellare un percorso di autonomia nello spirituale già in atto alla fine del XIX sec., ma definitivamente concluso il 28 dicembre 1907 con l’elevazione in parrocchia di Olginasio. La chiesa fu consacrata nel 1954.
1990 – L’area dell’altare maggiore, già consacrato una prima volta nel 1965 dal card. Colombo (come da lapide interna alla chiesa), fu riformata per adeguamento ai canoni conciliari tra il 1990 e il 2000, al culmine di una serie di interventi generali al tempio: eliminazione balaustra di separazione coi fedeli; riconfigurazione della piattaforma rialzata del presbiterio; posa di mensa centrale. Dal 1991 campeggia nel catino absidale un ‘Cristo Pantocratore’ su fondo oro dipinto da Lina Delpero.