La chiesa presenta un orientamento con abside a est e fa parte dell’attuale complesso scolastico Manzoni. Essa è accessibile dalla scala tramite una rampa che porta a livello del sagrato. La facciata è molto semplice, intonacata e tinteggiata, con paraste in muratura e zoccolatura in granito. Il prospetto principale presenta un rosone centrale con cornice in arenaria. I prospetti laterali sono anch’essi intonacati e tinteggiati con paraste in muratura e una zoccolatura di intonaco strollato.
L’ingresso alla navata è rialzato di sei gradini. La chiesa presenta un secondo ingresso sul lato sinistro della chiesa.
L’interno è composto da un’unica aula con cappelle laterali e presbiterio rialzato. Alle spalle del presbiterio si accede ad un locale con soffitti cassettonati e pavimentazione in graniglia, ora vuoto.
X – La chiesa di S. Bartolomeo, dal 1000 al 1045, appartenne all’Arcivescovo Ariberto che la donò in seguito agli abati di S. Dionigi di Milano. Questi ultimi per un lungo periodo esercitarono diritti feudali non solo su questa chiesa, anche su altre del meratese.
In un atto del 5 aprile 1497 si desume un ulteriore passaggio di proprietà a favore questa volta della Parrocchia e del Comune di Merate anche se altre fonti ritengono la parrocchialità anteriore al 1400 in quanto la prepositurale dedicata a S. Ambrogio fu fondata successivamente.
La chiesa di S. Bartolomeo fu consacrata l’11 novembre 1590 per incarico dato dal Cardinale Federico Borromeo al Vescovo cittadino.
XVII – Nei primi anni del Seicento la chiesa passò in custodia ai Padri Somaschi, fino all’Ottocento quando Napoleone abolì l’ordine.
La descrizione più antica della chiesa risale al 1754, da un documento custodito nell’archivio parrocchiale: la chiesa è lunga 25 braccia ed è orientata verso oriente con una sola porta sul fronte. Davanti alla chiesa esisteva una discreta piazzetta sostenuta da un muro verso la via pubblica. All’ingresso c’erano due vasi per l’acqua santa, appoggiati al muro e due confessionali collocati nelle cappelle laterali, che in totale erano cinque dalla parte del Vangelo e tre dalla parte dell’Epistola. La cappella maggiore era molto più spaziosa e presentava un quadro con la B.V., S. Bartolomeo e S. Ambrogio. Dietro all’altare si trovava il Coro, accessibile dalle due porte laterali. La sacrestia era collocata a sud del presbiterio, sufficientemente capiente con arredi sacri in noce e calici in argento.
XIX – Nel tempo la chiesa fu modificata, soprattutto dopo la soppressione dei Padri Somaschi, divenendo sempre più povera e senza reddito.
Dal 1886 furono numerosi i rifacimenti degli apparati decorativi. Ad esempio la pala d’altare raffigurante la B.V. con S. Bartolomeo e S. Ambrogio venne spostata in una cappella laterale, sopra all’affresco raffigurante San Lorenzo.
Anche l’altare maggiore con le balaustre di pietra di Viggiù e il pinnacolo neo gotico venne trasformato con elementi all’epoca innovativi.
1963 – Nel 1963, dopo la sistemazione del tetto e il rifacimento del pavimento, al fine di aumentare la capienza della chiesa, fu progettato di trasferire la sacrestia nel locale retrostante il presbiterio e destinare lo spazio che risultava ai fedeli. Per offrire un’ottimale visibilità verso l’altare furono praticate nel muro maestro tre aperture sormontate da arco, sorrette da colonnine in granito. Sulla parete opposta fu realizzato un solo arco.
In occasione di questi lavori venne rinvenuta una cripta con quattro bare, due grandi e due piccolissime, contenenti resti di salme. Sul luogo del rinvenimento fu posta una lapide commemorativa.
Con solenne cerimonia la chiesa venne riaperta al pubblico nel 1966 e consacrato l’altare da parte del Vescovo di Tortona, Mons. Francesco Rossi. Erano presenti alla cerimonia il Maestro delle cerimonie del Duomo di Milano, Mons. Bonino Borgonovo, il Diacono Felice Maria Cozzi e il Suddiacono Vittorio Molteni.