Edificio a tre navate con pianta a croce latina dal transetto corto. La facciata è a salienti e divisa in tre porzioni, con la principale avanzata rispetto alle laterali.
Questa è suddivisa in due part da una trabeazione continua, su cui corre la titolazione (D.O.M et DIVO BARTHOLOMEO AP. DICATUM) e una cornice marcapiano.
E’ inoltre delimitata lateralmente da due coppie di lesene con capitelli ionici, che si ritrovano anche nella porzione superiore dove reggono una fascia continua e incorniciano un’apertura a lunetta. In alto un timpano vuoto conclude questa porzione.
Lo stesso schema compositivo si ritrova nelle ali laterali, in cui si trovano gli accessi minori alle navate laterali.
Il transetto è di ridotte dimensioni, dovute anche all’allungamento successivo della chiesa che ne ha modificato l’impianto.
L’incrocio dei bracci del transetto è coperto da una cupola. Sul retro a destra sorge la torre campanaria.
L’interno vede le tre navate, di cui quelle minori di ridotte dimensioni, divise da alti pilastri cilindrici con capitelli corinzi che reggono una trabeazione continua aggettante che riprende la quota di quella esterna.
La copertura della navata principale è a botte, mentre le laterali hanno copertura piana.
Una serie di aperture lunettate sono presenti lungo i fianchi e, di dimensioni maggiori, nelle pareti di fondo dei bracci del transetto; le vetrate artistiche sono di disegno di Gio Ponti.
Il presbiterio è concluso da abside semicircolare ed è affiancato da due ambienti chiusi.
Buona parte delle volte presentano pitture murarie anche figurative, così come le pareti del coro e il catino absidale. In controfacciata e nel coro è collocato l’organo.
sec. XIII – Un primo edificio di culto è citato nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolanidi Goffredo da Bussero.
1838 – La cella del campanile viene ampliata.
1854 – Viene totalmente ricostruita la chiesa su iniziativa del parroco Gian Andrea Nava; progetto di Giacomo Moraglia.
1879 – Il pittore Giovanni Valtorta realizza in più riprese gli affreschi nel presbiterio, nelle pareti laterali, nella volta, nel catino absidale, nella cupola e nel transetto.
1913 – Realizza altre decorazioni il pittore Enrico Mariola, molte delle quali perdute in seguito all’ampliamento del 1939; all’interno dell’edificio lavorò anche il pittore Vittorio Granchi.
1939 – La chiesa viene allungata ripristinando una disposizione a tre navate.
s. XVI? – La chiesa, resa parrocchiale da S. Carlo Borromeo nel 1578, viene ampliata.