La chiesa, di dimensioni significative, si trova nella parte inferiore dell’abitato storico, orientata con presbiterio ad Est. Sovrasta un vasto piazzale, ma non vi è un sagrato sviluppato: la facciata risulta su una via interna. Il volume complessivo è articolato: la navata ad aula unica coperta a botte unghiata, con quattro cappelle laterali poco profonde costituisce il nucleo principale su cui si innesta il presbiterio rettangolare coperto a botte unghiata. Verso valle, addossato al presbiterio vi è il volume basso della sagrestia, ancorato alla navata vi è un volume di locali di servizio, posto su un portico con colonne in tonalite. La facciata è decorata con lesene e affreschi e presenta un portale scolpito in marmo di Vezza. L’interno è decorato ed affrescato con notevoli opere lignee. Le coperture sono in lamiera, la struttra è in muratura di pietra intonacata, il campanile in muratura di tonalite faccia a vista, merlato, con cella campanaria a bifore.
XVI – Il sito ospitava una cappella, legata forse a un ospizio per viandanti, di cui fanno cenno il vescovo Bollani nella visita
pastorale del 1567 e il Pilati nel 1573: la chiesa dipende da San Martino di Villa Dalegno e vi si celebra settimanalmente.
XVII – Il campanile viene innalzato attorno agli anni 1683-1685 al posto del precedente del XVI secolo.
XVII – L’altare maggiore è allestito alla fine del XVII secolo: è in legno, di artista ancora ignoto (i nomi più ricorrenti sono
Giovanni Domenico Ramus e Giovanni Battista Zotti), arricchito da composizioni scultoree, tra cui l’Ultima Cena.
XVII – Il portale maggiore in marmo di Vezza viene messo in opera alla fine del XVII secolo.
XVII – alla fine del XVII secolo è decorato a fresco l’interno: sono raffigurate scene dalla vita di San Bartolomeo, la SS. Trinità e
i quattro evangelisti; l’autore è ancora ignoto.
1685 – La chiesa è interamente ricostruita sulle vestigia della preesistente nel 1685
XVIII – Attorno alla metà del XVIII secolo la chiesa viene ristrutturata e viene aggiunto un nuovo corpo di fabbrica nel lato
sinistro da adibire a sacrestia.
1764 – nel 1764 Paolo Corbellini, con l’aiuto del figlio, affresca il soffitto della sacrestia con l’Ultima Cena nel medaglione
centrale e nei pennacchi le Virtù.
XIX – Tra gli anni 1847 e 1851 viene rifatto il pavimento
1847 – Nel 1847 lo scultore Martino Balzarini di Canè realizza i cornicioni degli altari laterali e un nuovo pulpito.
1864 – A quasi duecento anni dalla costruzione, la chiesa viene consacrata il 24 agosto 1864 da Mons, Verzeri.
1884 – Nel 1884 è completato e messo in opera l’organo, opera di Carlo Bossi.
1927 – Nel 1927 vengono avviati lavori di ristrutturazione alla chiesa e in particolar modo alla facciata che viene decorata da
Mario Zappetti.
1927 – Nel 1927 vengono avviati lavori di restauro alla chiesa e in particolar modo alla facciata che viene decorata da
Mario Zappetti.
1947 – Nel 1947 la chiesa viene interamente restaurata, i lavori sono affidati a Virgilio Toloni.
1947 – Nel 1947 la chiesa viene interamente restaurata, i lavori sono affidati a Virgilio Toloni.
1950 – Le finestre decorate sono realizzate e poste in opera dai fratelli Marengoni di Brescia nel 1950
1968 – nel 1968 viene rifatto il pavimento in marmo rosso
1978 – Mino Trombini realizza nel 1978 i mosaici in facciata, a sostituzione dei dipinti realizzati nel 1927 da Mario Zappetti.