La chiesa si trova al margine dell’abitato di Tronzano, presso il moderno cimitero. L’oratorio, con altare rivolto a est, si sviluppa in un’unica aula rettangolare scandita in tre campate e con presbiterio ospitato nell’ultima campata. La scansione interna è denunciata all’esterno dal prospetto a valle, suddiviso in tre settori da semplici lesene in muratura, cui si aggiunge la campata terminale corrispondente alla sacrestia. Il settore presso la facciata ospita un bel affresco della metà del XVI sec., raffigurante gli “scholari” di una locale confraternita protetti dal manto della Madonna e dai santi Rocco e Sebastiano. La facciata è sobria, con semplice portale rettilineo sopra il quale si apre una finestrella per l’illuminazione dell’interno. Il vano dei fedeli e quello che ospita l’altare maggiore sono coperti con volte a crociera, innestate sulle pareti laterali su peducci.
1540 – La chiesa fu fondata da un gruppo di Flagellanti, in funzione di oratorio per le preghiere e luogo di riunione. Curiosa l’origine della confraternita, che pare derivasse dal sodalizio tra un gruppo di emigranti a Genova. Nel 1566, infatti, fu adottata una regola interna di origine quattrocentesca, mutuata da quella dei Disciplini liguri ispirata dai Domenicani. Del resto, la località Tronzano vantò per secoli una nutrita schiera di emigranti per necessità, in grado di distinguersi in diverse città d’Italia e d’Europa nelle professioni legate all’edilizia, secondo una tradizione viva e radicata nell’intero arco prealpino, attorno ai laghi in particolare. Capitava così che, nel 1605, su 28 “scholari” della regola di Tronzano, 28 fossero vaganti “per orbem ad exercendam artem coementariorum”. Un affresco sulla facciata esterna della chiesa verso la strada, anteriore al 1567, ancora rammenta i volti dei primi fondatori, protetti dal manto della Madonna e da San Rocco e San Sebastiano.
XVII – Sino al 1683, l’oratorio si mantenne inalterato, così come concepito. Soltanto alla fine del XVII sec., invece, se ne può individuare una fase di ampliamento, seppur minima. Fu allungata di poco l’aula dei fedeli e, dietro l’altare, fu creato un vano per la sacrestia. Nel frattempo, l’oratorio era passato in gestione alla Confraternita del Rosario.