La chiesa della Purificazione di Maria Vergine sorge su un pianoro sovrastante l’abitato di Mesenzana, a dominio della vallata che, alle spalle del lago Maggiore e con sviluppo parallelo alla sua costa orientale, collega Laveno con Luino e, storicamente, disegna un confine tra le diocesi di Como (Valcuvia) e di Milano (Valtravaglia).
L’origine della chiesa antica (oggi scomparsa), del resto, era collegata proprio a un insediamento castellano insediato sul colle a seguito dell’infeudazione della Valtravaglia da parte dell’arcivescovo di Milano: ne rimane, nei pressi della chiesa attuale, una torre militare risalente almeno al XIII sec.
L’odierno tempio, del tutto indipendente dalla precedente chiesa castellana, è frutto di un progetto unitario avviato nel 1743 e concluso definitivamente un decennio dopo e conserva intatti, anche grazie a un recente restauro conservativo, i caratteri di un’architettura ancora vicina ai moduli del barocchetto lombardo.
La facciata è mossa da un sinuoso fastigio e da due volute che salgono dalle ali laterali, raccordate in curva alla campata centrale.
L’interno è reso particolarmente arioso grazie alla successione di volte a vela, di cupolini e di volte costolonate sopra l’aula unica e il presbiterio e dagli eleganti stucchi decorativi di capitelli e altari laterali, opere di maestranze locali anonime.
La presenza di due matronei nei vani ai lati del presbiterio, pur rappresentando un richiamo a modelli seicenteschi, contribuisce a rimarcare il carattere quasi teatrale dell’ambiente.
Il recente intervento conservativo, oltre che promuovere un attento recupero delle delicate tinte originarie, ha portato all’introduzione di vetrate policrome che contribuiscono a sottolineare l’impianto dell’architettura e il ricco apparato decorativo degli stucchi settecenteschi con suggestivi effetti luministici.
Accanto alla chiesa si eleva un campanile isolato, costruito nel 1960-62 in sostituzione dell’antico, demolito insieme alla primitiva chiesa.
Il progetto degli architetti Bassi e Boschetti ha portato alla creazione di una torre in cemento armato a vista, non ultimo connotato di valore introdotto in anni recenti nella secolare vicenda artistica della chiesa di Mesenzana. La chiesa è rivolta a nord-ovest.