L’oratorio sorge lungo l’antica mulattiera che da Maccagno, sulla riva del lago, percorre il crinale della val Veddasca, collegando, in antico, paesi e borghi sino alle quote alpine di Armio e Biegno. L’intero cammino era punteggiato di segni di religiosità popolare, da semplici edicole votive a costruzioni più articolate. La chiesa è impostata su una pianta centrale ottagonale e presenta una decorazione a doppio ordine con lesene angolari sulla facciata e nei suoi risvolti. L’articolazione dell’edificio denuncia una certa ricercatezza in fase di progettazione; la pianta ottagonale, infatti, ricorre nell’area dell’alto Verbano lombardo unicamente nel S. Giuseppe di Luino (1666), opera di Gerolamo Quadrio; qui, tuttavia, l’invaso interno della chiesa è mascherato all’esterno da un andamento rettangolare. La scelta di denunciare all’esterno l’impostazione interna dell’ottagono, invece, rappresentava nel 1711, pur nella piccola località di Veddo, una derivazione colta da modelli elaborati a Milano e prontamente esportati anche sulle rive del lago Maggiore attraverso l’opera di alcuni professionisti, in particolare da Filippo Cagnola. Davanti alla costruzione si apre un raccolto sagrato alberato che offriva una pausa di riposo nella lunga salita verso monte. Amava sostarvi, all’inizio di secolo, durante la villeggiatura fra Maccagno e Campagnano, la poetessa Ada Negri che sempre conservò grato ricordo di questi luoghi “carichi di suggestione e di umana storia” (Frigerio). Ogni anno, la prima domenica di agosto, per la ricorrenza della Madonna della Neve (5 agosto), si celebra una sagra campestre in un terreno in prossimità della Chiesa e di proprietà della parrocchia, recente lasciato della signora Bianca Gurgo Pairana.
1711 – L’origine dell’edificio sacro prende avvio da un testamento, datato 1711, di don Domenico Baroggi, parroco di Campagnano, ma nativo di Veddo. Il testamento, ritrovato negli archivi Diocesani di Milano, rappresenta un interessante spaccato di vita quotidiana di quel tempo. Baroggi lasciò una somma in eredità destinandola alla costruzione di una chiesa a suo perenne ricordo. Da allora il nome dei Baroggi rimase indissolubilmente legato alle sorti dell’oratorio, che fu di proprietà della facoltosa famiglia fino a quando, nel 1929, il Concordato con lo Stato italiano riaprì al culto gli edifici religiosi di proprietà privata.
Nei dintorni


viale Marco da Campione, 48– Campione d’Italia CO

Santuario di Santa Maria del Monte, Via dell'Assunzione, Varese, VA, Italia


Via alla Chiesa, Albogasio-oria, CO, Italia

viale Marco da Campione, 48– Campione d’Italia CO

Santuario di Santa Maria del Monte, Via dell'Assunzione, Varese, VA, Italia
