La chiesa, costruita su progetto dell’architetto Giorgio Didone, è ubicata in località Palazzolo ad angolo tra via Diaz e via Alberti; nel lotto, delimitato da recinzione, è presente sul lato nord anche la casa parrocchiale. La chiesa, arretrata rispetto la strada, si affaccia su uno spiazzo in piastrelloni di cemento assimilabile al sagrato e delimitato lateralmente da zone a verde. Costruito con strutture prefabbricate, l’edificio di culto ha pianta quadrata con asse diagonale: la diagonale nord/est – sud/ovest definisce l’andamento del colmo del tetto a due spioventi, mentre la diagonale sud/est – nord/ovest definisce l’asse lungo il quale si innesta l’ingresso principale e il presbiterio. Il richiamo al triangolo, generato dalle diagonali del quadrato e simboleggiante la Trinità, si ritrova sia all’esterno che all’interno: nelle coperture, nei prismi triangolari aggettanti in cui si aprono le finestrature, nel portico di ingresso, nell’andamento delle pareti che definiscono lo spazio presbiterale. La facciata principale è preceduta dal pilastro di sostegno dello spiovente del tetto che le conferisce una forma triangolare. La parete di ingresso della chiesa è quindi arretrata e posta in diagonale rispetto al vertice creando uno spazio coperto porticato, a forma triangolare, in cui una scalinata con gradini in pietra raccorda il sagrato alla zona degli ingressi con pavimentazione in piastrelle di grès: un portone centrale in legno e due bussole laterali triangolari con vetri colorati gialli. Sulla parete di fondo semplicemente intonacata di colore chiaro, la dedicazione sopra l’ingresso: “D.O.M. et Reginae Sacratissimi Rosarii”. Gli altri prospetti dell’edificio sono semplici superfici intonacate movimentate dall’andamento in diagonale delle falde sporgenti della copertura e dai corpi triangolari vetrati aggettanti. I due spigoli contrapposti che corrispondono ai punti più alti della copertura sono interamente vetrati, mentre sul retro dell’edificio le due pareti scendono fino ad una quota più bassa: uno spazio all’aperto per l’oratorio i cui locali sono ubicati nel piano seminterrato della chiesa con accesso da un porticato. Nella zona retrostante della copertura si innalzano il campanile e la finestratura triangolare del presbiterio. La semplicità e l’essenzialità dei materiali impiegati caratterizzano anche l’interno dell’aula liturgica: muratura intonacata e tinteggiata in colore chiaro, pavimento in piastrelle di grès, travature in legno lamellare. E’ un ampio spazio molto luminoso grazie ai prismi triangolari vetrati e ai tagli verticali che movimentano le pareti laterali, alle bussole vetrate di ingresso e alle vetrate del lucernario del presbiterio. Lo spazio si sviluppa idealmente lungo le due diagonali della pianta quadrata: la prima trasversale all’ingresso segnata dall’incontro delle due falde di copertura sostenute da capriate in legno, la seconda che collega l’ingresso al presbiterio. La pianta quadrata su asse diagonale si ripete anche nel presbiterio, in questo caso tagliata anteriormente dalla gradinata. Il punto focale dietro l’altare, posto al centro del presbiterio, è quindi lo spigolo tra le due pareti inclinate e culmina in alto con l’edicola ospitante la statua della Madonna con Bambino. Ai lati della mensa un ambone e un leggio tra loro simmetrici affiancati alla balaustra in legno che delimita lateralmente la pavimentazione absidale sopraelevata di tre gradini. Il tabernacolo è ubicato in una nicchia nella parete inclinata sinistra; in alto si aprono le finestrature del lucernario che illuminano il presbiterio creando un taglio triangolare nelle pareti. Lateralmente al presbiterio gli accessi alla sacrestia e ai locali di servizio. I prismi triangolari aggettanti disposti lungo le pareti perimetrali definiscono i luoghi destinati al culto della Madonna e ai confessionali. Sulle pareti perimetrali sono disposte le stazioni della Via Crucis in legno di ulivo, opera di Oreste Riva.
1982 – Nel 1982 inizia la costruzione della chiesa Madonna del Rosario e S. Giovanni Bosco, in località Palazzolo, sussidiaria della chiesa parrocchiale di San Martino. L’edificio, realizzato su progetto dell’architetto Giorgio Didone, sostituisce la preesistente chiesetta prefabbricata. I lavori terminano l’anno seguente.
1997 – Nel 1997 la chiesa viene dotata di organo, ideato dal musicista Luca Panetti, che viene collocato lungo la parete ovest in corrispondenza della rientranza del prisma triangolare finestrato.
2000 – Intorno all’anno 2000 sono stati sostituiti gli arredi liturgici del presbiterio, utilizzando per la nuova mensa, e per l’ambone e il leggio posti lateralmente rispetto all’altare, i pannelli lignei a bassorilievo provenienti dall’antico pulpito della chiesa parrocchiale di San Martino, smantellato alla fine degli anni ’60 del 1900.