– La chiesa dei Santi Quirico e Giulitta sorge a Biviglione, agreste frazione di Luino che domina la valle del fiume Tresa, quasi al confine con la Confederazione Elvetica. Il luogo è suggestivo e isolato. La località, probabilmente, era nel Medioevo una corticella nobiliare, dotata dai suoi signori di un oratorio già nel XI sec., come documenta il rustico campanile che è sopravvissuto alla riforma della chiesetta compiuta nel corso della prima metà del XVII sec. L’attuale edificio presenta, dunque, le caratteristiche di una ricostruzione seicentesca condotta con una certa sicurezza, sia nella distribuzione degli ambienti interni, sia nella facciata di classico disegno. Quest’ultima è suddivisa in due in due ordini di lesene doriche e presenta un portale centrale con timpano ad ali spezzate. All’interno risalta l’altare maggiore, con elaborata cornice di stucco e mensa in scagliola policroma. La chiesa è cinta da un’area cimiteriale ancora in uso e come doveva essere sin dalle origini. Evidentemente, per via dell’isolamento, a Biviglione non trovarono applicazione le norme e le direttive che imposero, dalla fine del XVIII sec., di allontanare i luoghi di sepoltura dai centri abitati.
XI – La fase più antica della chiesa di Biviglione è documentata con certezza dal rustico campanile, i cui caratteri architettonici e decorativi lo fanno risalire al XI sec. Quanto alla chiesa, nel XVI sec. se forniva una precisa descrizione: l’abside era semicircolare, interamente ornata di pitture allora giudicate assai antiche, e l’unica navata, “parva et obscura”, si sviluppava su una pianta di circa 8×4 m. Lo spazio dei fedeli era coperto con un tetto a vista. All’origine della precoce esistenza di un edificio sacro nella località stava, probabilmente, una qualche forma di patronato privato, legato alla corte agricola di Biviglione; in ogni caso, nel Cinquecento, la chiesa era stata riunita alla parrocchia di Voldomino.
XVII – La fase di ricostruzione fu lunga e impegnò gli abitanti della piccola comunità di Biviglione per tutta la prima parte del XVII sec. Nel 1620 un visitatore diocesano constatò che era stato ricostruito il coro della chiesa. Nel 1640, il cardinale Monti trovò sospesi i lavori per l’ampliamento della navata. Nel 1647 le opere erano definitivamente terminate. La chiesa ne risultò profondamente rinnovata, nell’area presbiteriale, nello spazio per i fedeli e nelle facciate esterne.