La chiesa dedicata ai SS. Pietro e Paolo è collocata in posizione predominante nei confronti del centro abitato di Erba.
Infatti la frazione di Arcellasco si trova su di un rilievo e occupa un territorio con buona qualità paesaggistica e naturalistica.
Diverse piccole frazioni fanno parte della parrocchia in esame.
L’edificio è orientato con abside a est e sagrato a ovest.
Quest’ultimo è adibito a parcheggio.
All’esterno la facciata è costituita da due ordini e presenta una recente tinteggiatura.
Le paraste in muratura sono semplici, con capitello in stile ionico.
Sul timpano sommitale corre una dentellatura e tra i due ordini di facciata è dipinta una finta balaustra con colonnine.
La pianta a croce greca termina con l’aggregazione di altri corpi di fabbrica posi a est che costituiscono la sacrestia e altri locali di deposito.
La sacrestia, con volta a padiglione decorata è arredata da un mobile di legno massello e due confessionali.
Si presume che l’arredo sia originale settecentesco.
Anche il lavabo in marmo rosso venato, con apposito serbatoio è l’originale.
1566 – Il comune di Arcellasco nel Settecento era formato da un gruppo di frazioni come Carpesino, Torricella, Torchiera e Brugora. A confine, il comune di Cassina Mariaga ed Uniti comprendeva i cassinaggi di Comeggiano, Bindella, Campolongo, Boffalora, Casalina, Morchiuso, Molino della Rete e Caravatto. Un territorio assai vasto, per giunta collinare e non facilmente percorribile, per esempio da Carlo Borromeo, durante le sue Visite Pastorali. Ecco che l’arcivescovo le raggruppa tutte attorno all’unico fonte battesimale di Brugora, presso la chiesa parrocchiale dedicata a S. Pietro.
La scelta per Brugora era ovvia data la posizione geografica favorevole e la sua origine Duecentesca. Da li venne chiamata anche S. Pietro sul Dosso.
XVIII – Il Settecento si apre con la visita del vicario foraneo Antonio Lambrugo nel 1703 che sottolinea la necessità di restaurare le due chiese principali, La Parrocchiale di S. Pietro e la chiesa di S. Amborgio a Bindella.
Per S. Pietro occorreva riparare le coperture, le finestre, rinnovare i marmi degli altari lignei consumati, apporre dei cancelletti alle cappelle laterali: a Nord quella dedicata a S. Giobbe con altare dedicato a S. Andrea, a sud quella dedicata alla B.V. Maria.
Si richiede inoltre una maggior attenzione alla custodia delle reliquie, la tinteggiatura delle superfici interne e il restauro del fonte battesimale.
Il parroco di Allora, Don Giulio Cesare Lanadriani avviò nel 1704 i lavori che si conclusero nel 1762.
Un attestato descrive che la sacrestia e le cappelli laterali furono ampliate nello stesso periodo e precisamente nel 1708.
1719 – Nel 1719 la cancelleria arcivescovile approvala richiesta di allungare la chiesa di dieci braccia, per dare più spazio al Clero nella zona del coro.
In archivio è custodito il progetto di ampliamento. Fu tolto spazio al piazzale, allungata la navata di dieci braccia, avanzato il coro di cinque braccia e sostituito il soffitto ligneo con una volta in muratura.
L’edificio assunse un assetto tardo barocco, con una sola navata, chiusa da abside semicircolare e sulle pareti alcune lesene con capitelli dorati e stucchi. Furono posti due altari nelle cappelle laterali. La nuova facciata bipartita orizzontalmente presenta un ampio portale a sesto ribassato e sei lesene.
Un tempo vi era raffigurato S. Pietro in un affresco, sostituito nel 1974 da un mosaico.
Dell’antica costruzione rimasero solo l’abside e due colonne di Serizzo poste all’ingresso della canonica. L’abside venne abbattuta nel 1967.
La nuova chiesa fu consacrata nel 1756 dal cardinale Pozzobonelli.
XIX – Durante questo secolo altri interventi arricchirono il complesso parrocchiale. In particolare fu riparata la chiesa, il campanile, l’oratorio e venne edificato anche l’asilo nel 1893.
Nel dettaglio, il parroco Gaspare Beretta fece installare nel 1806, un nuovo concerto di campane in re grave, incaricando la ditta Bizzozzero di Varese.
Un altro parroco, Luigi Cadorna, nel 1871, fece costruire i nuovo organo, dipingere la chiesa, dorare l’altare maggiore e decorare l’abside dal pittore Giuseppe Cesana. Gli affreschi sono gli stessi che oggi possiamo ammirare ai lati dell’altare, “La liberazione di S. Pietro” e “La conversione di S. Paolo”.
Nel 1887 Don Giuseppe Gerosa fece invece decorare la cupola della navata dal pittore Lietti di Milano, poi completamente ridipinta nel 1973 dal Conconi di Como.
XX – Molte furono le opere eseguite nel XX secolo, necessarie per adeguare l’edificio e rinnovare le parti decadenti dopo il trascorrere delle due guerre.
Nel 1905 si sostituì il castello ligneo delle campane, rinnovato successivamente anche nel 1958.
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