La chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso Martiri si trova a Frontignano, frazione di Barbariga posta a nord ovest del suo centro abitato, nella Bassa Occidentale bresciana. Il fabbricato, a pianta rettangolare, è orientato verso ovest. La facciata, avente frontone mistilineo completo di cornicione e timpano tripartito da lesene, è composta da doppio registro delimitato da trabeazione ad andamento spezzato. L’ordine inferiore chiude la navata e le cappelle laterali mentre quello superiore si ferma alla sola larghezza dell’aula. Lo spazio così creato è compensato da modiglioni a rinfianco e acroteri. L’intero prospetto è scandito da lesene doppie stilizzate: sei nel primo registro inquadrano in mezzeria il portale lapideo di accesso all’aula completo di stipiti, architrave e coronamento mistilineo; quattro nel secondo registro fiancheggiano il finestrone ad arco ribassato, avente cornicione anch’esso mistilinea, collocato in corrispondenza del portale sottostante. Oltre a questa apertura, i prospetti laterali alloggiano finestre che consentono l’illuminazione naturale dell’aula. Il campanile a pianta quadrata, collocato sul lato est dell’edificio, presenta in sommità quattro aperture ad arco e cuspide con base circolare. L’interno, avente superfici ornate a rilievo e pitture murali, presenta navata unica accompagnata da cappelle laterali e presbiterio a pianta rettangolare culminante absidato. Lo spazio è scandito da lesene composite. Un cornicione, leggermente aggettante, segna il punto di innesto delle volte di copertura, a botte lunettata ritmata da membrature nella navata, a botte semplici nelle cappelle laterali e a volta a vela nella zona presbiterale.
XVI – Nel catalogo Queriniano dei benefici del 1532 la chiesa di Frontignano apparteneva alla quadra di Mairano ed era nominata ecclesia, con un proprio fonte battesimale, retta da Pietro de Bonis.
XVI – La chiesa era già consacrata nel 1565, aveva due altari all’interno ed uno all’esterno e ne aveva sostituita un’altra con lo stesso titolo, che in tale anno era già distrutta.
XVI – Dagli atti del 23 ottobre 1594 della visita di monsignor Diedo, Vescovo di Crema, emerge che l’altare maggiore era consacrato ma senza croce. Si stabilì di chiudere con un muro l’intera cappella di San Rocco, che stava fuori dalla chiesa, per potervi collocare il battistero e così allargare l’edificio sacro.
XX – La decorazione settecentesca delle navate e dell’abside è stata totalmente rifatta con stucco e tempera nella prima metà del Novecento.
XX – Il 31 dicembre 1965 il parroco don Giovanni Frosio avviò diversi lavori per la sistemazione della chiesa: sono stati fatti ex novo la Via Crucis e i banchi dell’aula; sono stati eseguite lavorazioni per il rifacimento delle superfici interne e per l’adeguamento liturgico del presbiterio.
XX – Il progetto di restauro dell’altare di San Francesco da Paola venne consegnato il 2 dicembre 1997, inerente soprattutto la parte di muratura: si provvide al rifacimento degli stucchi mancanti, al consolidamento dell’intonaco, alla stesura in foglia oro su alcune zone dei capitelli, e infine un generale ritocco estetico comprendente il rifacimento della trabeazione a finto marmo, il ritocco delle lacune di stuccatura e il rinnovamento della pellicola pittorica originale.
XXI – Il sagrato è stato oggetto di intervento nel 2010 attraverso la formazione di rampa pedonale per disabili, formazione di percorsi pedonali in porfido, per acceder alla Chiesa.