Chiesa dei Santi Martiri Alessandro e Tiburzio (Besozzo)

Diocesi di Milano - chiesa parrocchiale - Lombardia

Besozzo - Via Indipendenza, 1 - VA - 21023

0332/770147

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

X – S. Alessandro di Besozzo è documentato sin dal 968 grazie a un regesto di beni amministrati in territori posti sotto la giurisdizione del vescovo di Novara. Nel XII sec. il luogo di culto era proprietà della chiesa di Roma (da qui il rito romano praticato ininterrottamente sino al 1574). Almeno dal XIII sec. vi era annesso un monastero di agostiniani, deputato alla cura d’anime e che in quel secolo risultava, con la chiesa, governato dal monastero di s. Giulio di Dulzago. Dalla fine del Duecento è presumibile che vi fosse istituita una canonica, attestata agli esordi del Trecento, quando già esisteva da tempo a Besozzo una seconda chiesa, posta sotto l’intitolazione a S. Tiburzio e ricondotta, nel volgere di pochi decenni, forse di pochi anni, ad altare nel tempio principale (1307: “in ecclesia s. Alessandri ad altare s. Tiburtii; cfr. Besozzi 1992).
1574 – Nel 1574 Carlo Borromeo avviò le pratiche per il trasferimento della sede plebana dall’antica Brebbia a Besozzo, località divenuta centrale per economia e società grazie agli innesti qualificanti della ramificata famiglia dei Castelbesozzi (o Besozzi). Ricondotti i luoghi al rito ambrosiano, soppresse il monastero accorpandone i beni al Seminario di Milano. Ne seguirono incerti tentativi di riforma più o meno integrale del tempio (il progetto più organico fu presentato al cardinale nel 1577), sfociati almeno nella riconfigurazione del presbiterio conclusa entro il 1579.
1616 – Nel 1616 monsignor Mazenta visitò Besozzo con l’architetto Fabio Mangone, incaricato di redigere un “novo dissegno formato col parere et ordine di detto Monsignor” per la ricostruzione alla radice della chiesa di S. Alessandro. Solo nel 1618, tuttavia, si sarebbe giunti alla posa della prima pietra. Di certo, in quell’anno, era presente in cantiere l’architetto Giuseppe Bernasconi, che aveva provveduto a tracciare le linee generali delle fondamenta.
1647 – Entrambi i protagonisti (il cui ruolo effettivo è ancora dibattuto) erano destinati a non lasciare altra traccia documentale del loro apporto alla riconfigurazione generale della chiesa, mentre la generosità dell’impianto e la difficoltà di reperire mezzi e risorse impose di traslare nei decenni ogni velleità di completamento. I lavori iniziarono, infatti, nel 1674 e solo nel 1683 il card. Federico Visconti poté constatare il pressoché totale completamento degli sforzi, annotando, durante una visita nei luoghi: “la chiesa dei SS. Alessandro e Tiburzio è stata conclusa quasi a perfezione”.
XIX – La facciata del tempio seicentesco rimase al rustico e solo nel XIX sec. si diede mano al completamento, quale è oggi. Questa fase del cantiere della chiesa di S. Alessandro non è documentata. Probabile che la cronologia vada fissata attorno alla metà del secolo, quando l’ingegnere Galiano Garavaglia presentava il progetto per la bussola e la porta centrale. Non è escluso che la paternità complessiva dell’opera possa ricadere sul poco noto professionista, attivo anche nella chiesa di S. Vito a Bogno. In quegli stessi decenni si andava perfezionando anche la torre campanaria, con rivisitazione della cella e del lanternino sommitale.
1900 – Tra il 1900 e il 1914 furono portate a compimento molte tra le opere di decorazione e abbellimento rimaste sospese. Tra il 1900 e il 1903 il pittore Davide Beghè fu incaricato di dipingere pareti, presbiterio e volta interni, con scene ispirare alle agiografie dei santi titolari. Tra il 1911 e il 1914, invece, furono collocate le statue dei santi nelle nicchie della facciata.
1990 – La chiesa di S. Alessandro fu sottoposta a un intervento di restauro conservativo terminato nel 1995: tra le opere, oltre ad adeguamenti agli impianti e al recupero delle superfici affrescate e intonacate esterne e interne, anche la riconfigurazione dell’area presbiteriale.

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