La chiesa, orientata e arretrata rispetto alla strada tramite un poco profondo sagrato, ha un impianto basilicale a croce latina articolata in tre navate, transetto, presbiterio con terminazione emiciclica. All’incrocio tra transetto e navata centrale si sviluppa una cupola emisferica su pennacchi sormontata da uno snello tiburio con galleria esterna.
La facciata principale è intonacata e tripartita da paraste in laterizio a vista: la porzione centrale, che corrisponde all’ampiezza della navata centrale, presenta un imponente portale architravato con lunetta mosaicata superiormente in materiale lapideo che si conclude in una sorta di protiro timpanato poco sporgente, superiormente un oculo vetrato con cornice in cotto e in sommità un timpano spezzato. Le porzioni laterali, a terminazione piana, presentano anch’esse dei portali con timpano triangolare superiore di dimensioni inferiori e un oculo vetrato superiormente. I prospetti laterali hanno analoga composizione: spicca il tiburio ottagonale con galleria esterna con trifore su ogni lato e lanternino sommitale.
Internamente la chiesa è suddivisa in tre navate da pilastri intonacati con paraste addossate, cornici in cotto e capitelli delle paraste della navata centrale in materiale lapideo con scolpiti dei simboli ecclesiastici. Le superfici delle pareti e delle volte interamente intonacate di bianco contrastano con gli elementi architettonici lasciati in laterizio a vista a fini decorativi: come gli archi traversi tra le campate, il cornicione che corre sopra le paraste della navata centrale, le cornici degli oculi vetrati che si aprono in ciascuna campata delle pareti delle navate laterali. Analogo motivo è presente nella cupola emisferica impostata tramite quattro pennacchi sferici sulla campata centrale del capocroce: quattro tondi in cotto inscritti nei pennacchi seguiti da quattro oculi vetrati aperti a metà dello sviluppo della cupola e dall’oculo centrale in corrispondenza della lanterna. Nel transetto a sinistra è stata realizzata la cappella dell’Adorazione con la collocazione sulla parete di destra della Conserva Eucaristica; nel transetto di destra è collocato l’organo.
1929 – Sorta per il servizio religioso dell’orfanotrofio maschile “Martinitt”, l’edificio fu edificato secondo il gusto neo-rinascimentale.
1939 – La chiesa venne consacrata il 20 novembre dal cardinale Schuster.
1945 – Gravemente danneggiata dalla seconda guerra mondiale, rimase inagibile fino all’inizio degli anni Cinquanta.
1980 – Alla fine degli anni Ottanta del Novecento avvenne il trasferimento dell’uso della chiesa dai Martinitt alla parrocchia del SS. Nome di Maria, che aveva da qualche anno sede presso il Santuario dell’Ortica.
2009 – Lavori di restauro e manutenzione alla chiesa: consolidamento statico, adeguamento impianto riscaldamento, rifacimento pavimentazione a cura dell’architetto Gaetano Arricobene.
2011 – Realizzazione impianto di sicurezza (antiintrusione e videosorveglianza) nella chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Martino e Gerolamo Emiliani con domanda contributo CEI 2011.