Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio Martiri (Nadro, Ceto)

Diocesi di Brescia - chiesa parrocchiale - Lombardia

Ceto - Via Piana 33 - BS - 25040

0364/434518

Le informazioni riportate, in tutto o in parte, sono riprese da BeWeb, la banca dati dell’Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto della CEI , implementata dalle diocesi e dagli istituti culturali che hanno concluso il rilevamento e la descrizione del patrimonio sul proprio territorio. Quanto pubblicato è da intendersi work in progress e pertanto non esente da eventuali suggerimenti per essere migliorato e reso più efficace.

XVI – La chiesa dei Santi Gervasio e Protasio Martiri viene ricordata in documenti del XVI sec.: nel 1573 monsignor Pilati constatava che non era alimentata la lampada al Santissimo per la povertà della popolazione del beneficio.
XVI – L’edificio preesistente ebbe sostanziali modifiche nel XVI sec. dopo la visita di San Carlo Borromeo in Valle Camonica: venne ordinato di chiudere la porta meridionale della chiesa, chiudere con cancelli l’ingresso della stessa, dividere i banchi tra maschi e femmine, trasformare la cappella di San Rocco, che era sotto la cura dei disciplini di Nadro, in sagrestia, togliendovi tutte le sepolture.
XVII – Tra il 1611 e il 1612 venne eretto il campanile.
XVII – Nel 1633 venne eretto l’altare dedicato alla Madonna del Rosario.
XVII – La parrocchiale venne ampliata, per volere del vescovo Bartolomeo Gradenigo e per iniziativa del parroco don Taddeo Giacomi, nel 1683 e portato a termine nell'”essenziale tre anni dopo”.
XVII – Nel 1688 vennero eseguiti lavori nella zona presbiterale per il completamento del coro.
XVII – Nel 1691 vennero eseguiti lavori per la costruzione del battistero.
XVIII – Nel 1753 la chiesa venne arricchita della Via Crucis.
XIX – Nel 1837 esistevano cinque altari: il maggiore e quelli della Madonna del Rosario, di San Giuseppe, di Sant’Antonio di Padova e di San Francesco d’Assisi.
XIX – Rovinata da un incendio avvenuto il primo gennaio 1895, la chiesa venne restaurata l’anno dopo dal pittore esinese Antonio Guadagnini che vi dipinse scene della vita di Cristo, della Madonna e dei Santi protettori.

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