Immersa nel cuore storico di Pavia, a breve distanza dal maestoso Castello Visconteo e affacciata sull’omonima e ampia piazza, si erge la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, un insigne esempio di architettura romanica lombarda. Questa venerabile chiesa, la cui dignità è stata riconosciuta come basilica minore, affonda le sue radici in un passato ancora più remoto, forse su una preesistente chiesa del VI secolo, per poi fiorire in piena epoca longobarda, venendo menzionata per la prima volta dallo storico Paolo Diacono nel VIII secolo. Il suo appellativo evocativo, “in Ciel d’Oro” (in coelo aureo), suggerisce l’originaria magnificenza dei suoi interni, forse caratterizzati da un soffitto ligneo dorato o da un abside impreziosita da mosaici a fondo oro.
L’aspetto attuale della basilica è frutto di una ricostruzione in stile romanico avvenuta tra l’XI e il XII secolo, con una solenne consacrazione celebrata da Papa Innocenzo II nel 1132. La facciata a capanna, realizzata in cotto, è tripartita da due contrafforti asimmetrici, con quello di destra che cela una scala interna. Elementi decorativi in arenaria, come sottili lesene, profili di finestre e le colonnine della loggetta cieca sommitale, ne arricchiscono l’austera bellezza. Un oculo cruciforme affiancato da due oculi circolari, tre monofore e, più in basso, tre bifore ritmano la parte centrale della facciata, culminando in una loggia cieca sormontata da una cornice ad archetti pensili, tipica dell’architettura romanica lombarda. Alla base, tre arcate testimoniano l’esistenza di un antico porticato addossato alla chiesa. Il portale in arenaria, riccamente scolpito con un timpano di ispirazione classica e una nicchia ospitante un angelo e due figure oranti, spicca su un fondo a fasce alternate di laterizio e arenaria.
L’impianto interno è di tipo basilicale, a tre navate con absidi e un finto transetto. Le navate, risalenti al XV secolo, sono suddivise in cinque campate coperte da volte a crociera, rettangolari nella navata maggiore e quadrate nelle minori, sostenute da robusti pilastri. Il finto transetto, coperto da volte a botte, è percepito attraverso una variazione dei volumi. All’incrocio tra la navata centrale e il presbiterio si innalzano il tiburio ottagonale e la sovrastante cupola. L’interno si distingue per la sua imponenza e per il dislivello rispetto al piano della piazza, superato da una gradinata che conduce al piano delle navate, conservando il livello della precedente basilica paleocristiana.
La Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro vanta un’importanza storica e spirituale di prim’ordine, custodendo le spoglie di Sant’Agostino d’Ippona (354-430), dottore della Chiesa, deposte in una magnifica arca marmorea trecentesca, capolavoro della scultura gotica scolpita da Giovanni di Balduccio. In un’urna d’argento dell’VIII secolo riposano le reliquie del santo, traslate a Pavia nel 722 circa per volere del re longobardo Liutprando, il quale fondò nei pressi della basilica un monastero. La cripta, ricostruita nel 1884, ospita il sarcofago di Severino Boezio (475-525), illustre filosofo e consigliere di Teodorico, anch’egli sepolto in questo luogo. La presenza di queste illustri sepolture ha reso la basilica celebre nei secoli, tanto da essere citata da Dante Alighieri nel Paradiso (X, 128) proprio in riferimento alla tomba di Boezio, nonché da Boccaccio in una novella del Decameron e da Petrarca.
Curiosamente, la basilica fu teatro di importanti eventi storici e religiosi, tra cui un concilio nel 1022 presieduto da Papa Benedetto VIII e la presenza di una scuola di studi superiori promossa da Carlo Magno. Dopo un periodo di declino e danni significativi, soprattutto durante l’epoca napoleonica, la basilica fu integralmente restaurata alla fine del XIX secolo e riaperta al culto nel 1896. Oggi, la chiesa è officiata dai monaci agostiniani, che sono tornati ad occupare l’antico convento
- VI secolo: Probabile esistenza di una chiesa precedente.
- 723-725 circa: Rinnovamento della basilica da parte del re longobardo Liutprando e traslazione delle reliquie di Sant’Agostino a Pavia. Fondazione di un monastero benedettino adiacente.
- 744: Istituzione di una scuola di studi superiori nel monastero da parte di Carlo Magno.
- IX secolo: Sviluppo di un importante scriptorium e scuola nel monastero.
- 1022: Celebrazione di un concilio presieduto da Papa Benedetto VIII nella basilica.
- 1090-1130 circa: Ricostruzione della basilica in forme romaniche.
- 8 maggio 1132: Solenne consacrazione della basilica romanica da parte di Papa Innocenzo II. Traslazione dei resti del re Liutprando.
- 1169-1180: Traslazione dei resti di re Liutprando e del padre Ansprando nella basilica.
- 1221: Trasformazione del monastero benedettino in canonica affidata ai Canonici Regolari di Santa Croce di Mortara.
- 1327: Affiancamento ai canonici regolari dei padri eremitani di Sant’Agostino (agostiniani).
- 1332: Costruzione del convento degli Agostiniani a sud della basilica.
- 1362 e anni successivi: Realizzazione dell’Arca marmorea di Sant’Agostino per volere di Galeazzo II Visconti.
- 1487: Rifacimento della volta della nave centrale.
- 1509: Unione dei Canonici Regolari all’ordine Lateranense.
- 1525: Sepoltura di diversi aristocratici caduti nella battaglia di Pavia.
- 1561: Costruzione della sagrestia in stile manierista.
- 1635: Convenzione sull’uso della basilica tra Agostiniani e Lateranensi.
- 1 ottobre 1695: Ritrovamento delle ossa di Sant’Agostino nella cripta.
- 1781-1785: Soppressione dei conventi dei Canonici Lateranensi e degli Agostiniani. La basilica viene sconsacrata e utilizzata come deposito.
- 1825: L’ex convento lateranense diviene sede del Seminario diocesano.
- 1859-1877: Ulteriore degrado e crolli di parti della basilica.
- 1884: Inizio dei lavori di restauro della basilica, inclusa la ricostruzione della cripta, sotto la direzione dell’architetto Angelo Savoldi.
- 15 giugno 1896: Riapertura solenne al culto della basilica.
- Dal 1900: Ritorno dei monaci agostiniani per l’officiatura della basilica.
- 1913: Costruzione dell’organo a canne Lingiardi.
- 1978 e 1990: Modifiche e restauro dell’organo.
- 2018-2019: Scavi archeologici dietro l’abside.
- 2018: Indagine bioarcheologica e genetica sui resti scheletrici attribuiti a Liutprando
Cosa vedere
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