a Curia Vescovile, unitamente all’Episcopio si trova nel cuore di Città Alta, proprio di fronte al Duomo di S. Alessandro e alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Dalla piazza duomo, in prossimità del Battistero e della Cappella Colleoni, oltrepassato una cancello in ferro, una scalinata conduce al portale in marmo di Zandobbio che immette nella grande aula, chiamata Aula Picta, divisa da una grande arcata in pietra. Le pareti dell’aula sono quasi completamente decorate da affreschi del XIII e XIV secolo. Sul lato opposto rispetto all’ingresso, un’apertura conduce al cortile, sempre di pertinenza della Curia ove è presente la cappella vescovile dedicata a Santa Croce. Sul lato di sinistra si trova l’ accesso vero e proprio alla Curia vescovile. Superata la portineria una grande scala a due rampe, affiancata dal vano ascensore, collega i tre piani del palazzo dove sono disposti i vari uffici di settore. Il piano primo ed il piano secondo hanno simile distribuzione: un corridoio centrale con uffici su ambo i lati. Dal terzo piano piano, un’ ulteriore scala conduce al quarto piano, di dimensioni ridotte ed ai locali sottotetto. Da evidenziare al primo piano, sopra l’ Aula Picta, la grande sala per riunioni dedicata a Giovanni XXIII, con una parete in conci di pietra squadrati a faccia vista, dell’adiacente S. Maria Maggiore. Si accede alla sala da portale architravato in marmo Zandobbio con coronamento rettilineo aggettante datato 1638.
XII – non si conosce la data di costruzione del primitivo edificio ma è documentata l’esistenza già nel XII secolo. La Domus S. Aleexandri veniva così chiamata perché da molto tempo i nobili, nella festa di S. Alessandro, convenivano in questa casa davanti al vescovo ed il vescovo teneva la riunione ufficiale
1186 – con l’elezione del vescovo Guala vien costruita la “Domus Nova” e dagli storici è da considerarsi il prolungamento della primitiva costruzione in aderenza alla facciata di S. Maria Maggiore
1296 – l’edificio chiamato “Domus S.ti Alexandri” viene utilizzato come abitazione del vescovo a partire dalla fine XIII secolo
1834 – l’ing. Angelo Cattò predispose un progetto per un intervento di restauro alla facciata settentrionale, che però non venne realizzato.
1905 – con la costruzione del nuovo Episcopio in cima al versante orientale del colle S. Salvatore, il vecchio edificio viene utilizzato esclusivamente come Curia Vescovile
1937 – l’ing. Luigi Angelini, all’interno del piano di risanamento di Città Alta, su incarico del vescovo Adriano Bernareggi, riportò in luce la quasi totalità della grande sala, detta Aula Picta, prima suddivisa in vari ambienti, riscoprendo il ciclo di affreschi
1958 – su progetto dell’ingegnere monsignor Giuseppe Beretta, l’edificio è sottoposto ad un radicale intervento di ristrutturazione, con la modifica dei rapporti vuoti pieno in facciata, nella distribuzione dei vani interni nell’accesso ai vari piani. In particolare il corridoio addossato alla parete settentrionale, che dava accesso, sul lato opposto, ad ampi saloni di rappresentanza, è stato sostituito dam corridoio centrale con uffici da ambo lati