La chiesa di Sant’Eugenio è la più antica chiesa di Concorezzo, già citata in atti dell’800, è posta lontano dal centro urbano. L’impianto è basilicale a tre navate, una centrale e due laterali aggiunte in seguito a opere di ampliamento, separate dalla prima da archi sostenuti da colonne in granito. La navata centrale si conclude con un abside a volta a tutto sesto che sovrasta l’altare in marmo. L’aula liturgica è separata dalla zona presbiteriale da due gradini e balaustre in marmo. I soffitti sono a cassettoni finemente decorati e le pareti delle navate sono affrescate con motivi floreali e più in alto con motivi arborei bianchi su campo azzurro. In conclusione alle due navate laterali sono presenti due piccoli altari, quello di destra ha come pala l’immagine della Madonna dell’Aiuto, staccata dal muro precedente, prima che fosse demolito, mentre per l’altare di sinistra venne affrescata l’immagine di Sant’Eugenio. L’abside presenta una Madonna che regge sulle ginocchia il Bambino Gesù, contornata da cherubini; la datazione dei dipinti si pensa risalgano a prima del 1400. La facciata è in stile romanico, con tetto a capanna, la cui gronda in corrispondenza della navata centrale è sostenuta da una serie di montanti in legno incastrati nel muro e sostenuti da basamenti in pietra. In corrispondenza delle due piccole navate laterali il muro della facciata è più basso e sopra di esso poggiano due tetti minori. Vi sono tre porte d’ingresso, una più grande in centro e due più piccole laterali, con architravi e stipiti in marmo bianco. Alto, sopra la porta centrale spicca il rosone, mentre appena sopra le due porte laterali si aprono due finestrelle con arco a tutto sesto e vetri colorati. A sinistra della facciata nel muro di cinta si apre il portone che porta nel cortile, in fondo al quale è stata ricostruita la grotta di Lourdes.
1581 – Della chiesa di Sant’Eugenio, benchè già citata in atti nel anno 803, non si ebbero più sue notizie fino XVI sec. Durante la visita pastorale di San Carlo Borromeo la chiesa venne per la prima volta descritta. Essa era abbastanza ampia per l’epoca, a navata unica, con tetto in tegole e presentava due altari, uno rivolto ad oriente e l’altro a settentrione. Aveva una porta principale ed una a sud che conduceva a locali attigui. Il pavimento era in laterizio. Nel suo complesso la chiesa era bella e ben tenuta. Durante la visita pastorale del cardinale Federico Borromeo, nel 1606, vennero aggiunte altre informazioni descrittive della chiesa. Essa era lunga 34 cubiti per 14 e alta 16, a navata unica. Il soffitto era coperto da assi in legno grezze, le pareti in laterizio e pietra erano affrescate con dipinti antichi.
1746 – Nel XVIII secolo vennero apportate delle migliorie alla chiesa che consistettero nel rifacimento della pavimentazione, venne ampliata la porta d’ingresso e alzato il campanile. Nella seconda metà del secolo la chiesa passa definitivamente sotto la parrocchia di Concorezzo.
1870 – La chiesa venne internamente imbiancata e vennero cancellati alcuni dipinti che raffiguravano la Morte. A causa di questo intervento vennero distrutti dipinti molto antichi.
1927 – Sotto il parroco don Antonio Girotti venne intrapreso il restauro della chiesa da parte della Scuola del Beato Angelico di Milano. Vennero aggiunte le due navate laterali, venne rifatta la copertura e riaperta la finestra circolare in facciata. Le navate vennero dipinte, il soffitto a cassettoni restaurato così come l’abside e l’antica volta a tutto sesto sopra l’altare, che venne rivolto verso il popolo.
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