La chiesa presenta una facciata a due ordini. L’ordine inferiore è scandito da quattro lesene, con al centro del capitello dorico i gigli alessandrini. Tra le lesene vi sono tre affreschi, sopra i tre portali. Il fregio è decorato con figure allusive alla vita del Santo. Il motivo delle quattro lesene è riproposto nell’ordine superiore ed anche nel fastigio dove si conclude con le figure di due sfere e due obelischi. Al centro, tra gli obelischi, vi è la statua del Santo che volge gli occhi al cielo ed abbraccia una grande croce di ferro battuto. Sul campanile a pianta quadrata vi è un’altra statua di Sant’Alessandro in metallo dorato.
L’interno in pianta è a croce latina con un’unica navata affiancata da tre cappelle su ogni lato. Il solo elemento decorativo è costituito dalle lesene in marmo arabescato di Camerata sostenute da un basamento in marmo di Zandobbio e terminate da un capitello in stucco dorato.
Sopra il cornicione si imposta la volta a tutto sesto che forma una crociera sul transetto e si raccorda mediante strombature alle finestre laterali della navata.
In tutto sono tredici le grandi finestre che danno luce all’interno della chiesa.
Nella prima cappella a sinistra trova posto il fonte battesimale e un piccolo confessionale; l’altare in marmo è addossato alla parete.
La prima cappella a destra presenta l’altare in marmo con dipinto del XVII secolo; sulla parete di sinistra è presente una nicchia in cui si trova la statua di Sant’Anna in legno.
La seconda cappella a sinistra, più ampia di quelle adiacenti, fu sede della Confraternita del Suffragio dei defunti istituita nel 1639; i due gradini sovrastanti la mensa e le parti laterali sono decorati a motivi geometrici con intarsi in marmi policromi. La seconda cappella a destra è una delle più interessanti sotto l’aspetto storico, luogo di culto di due associazioni laicali che, dopo la ristrutturazione della parrocchiale, vi espressero insieme la loro devozione; l’altare è opera di Andrea Fantoni. Sopra la mensa ,quattro gradini ai lati sopraelevano il baldacchino. Notevole è il paliotto in marmo bianco rappresentante l’Ultima Cena.
La terza cappella a sinistra ospita l’altare eseguito da fratelli Manni tra il 1727 e il 1729; i due gradini sovrastanti sono decorati a motivi geometrici e spiccano sul marmo nero.
Il tabernacolo è chiuso in una tavola sulla quale è rappresentata S. Maria Romana.
La terza cappella a destra ospita il paliotto attribuibile ai Manni e una statua lignea raffigurante la Madonna Addolorata.
Il transetto presenta a sinistra un altare costruito alla fine del settecento; ai lati della mensa, quattro colonne in marmo verde reggono il timpano.
Nella parete laterale destra del transetto vi è un altro altare simile a quello posto di fronte.
In basso, i profeti Isaia e Geremia tengono fra le mani cartigli con versetti biblici allusivi alle sofferenze della Vergine.
Il presbiterio sopraelevato di sei gradini rispetto alla navata, ha pianta rettangolare e si conclude con un coro absidato.
Attraverso una porta posta a destra del presbiterio si accede al vano di sagrestia.
1183 – la chiesa cittadina di S. Alessandro della Croce, chiamata “Ecclesia S.ti Alexandri de Mugazone” venne eretta nel X secolo dal vescovo Adalberto che possedeva in luogo una vigna
XIII – ampliata più volte nei tempi e poi rifatta dalle fondamenta, questa chiesa venne consacrata la prima volta il 2 gennaio 1517
1244 – viene menzionata come “Ecclesia Sancti Alexandri de la Cruce”. Non si conosce il motivo della sua denominazione, si pensa comunque sia dovuto alla posizione in cui era posta la chiesa, ovvero all’incrocio fra due strade
1670 – si iniziò il lungo cammino della sua definitiva ristrutturazione, attuata grazie al concorso dei parrocchiani con offerte in denaro e prestazioni d’opera.
La direzione dei lavori venne affidata ai maestri luganesi Antonio, Francesco e Giovan Maria Trecino
1713 – venne terminato il cornicione ed edificato il campanile e terminati gli stucchi interni alla chiesa
1737 – il 1 dicembre il vescovo Antonio Redetti procedeva ad una nuova consacrazione della chiesa; anche se nonancora terminata.
1902 – la facciata venne completata: accantonato un progetto in stile neoclassico dell’Arch. Luchini, nel 1902 venne approvato dall’accademico e restauratore Camillo Boito un progetto dell’Arch. Virginio Muzio, poi ripreso e in parte modificato dall’Arch. Caravati.
1929 – viene sottoposta ad un accurato restauro e completata in alcune parti mancanti aggiungendo alcune decorazioni alla chiesa
1979 – viene installato un impianto d’allarme
1995 – restauro generale interno e ripulitura della facciata
2006 – rifacimento impianto di riscaldamento
2006 – sistemazione concerto campanario e balaustre campanile
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