La chiesa, con orientamento nord-sud, è situata nel nucleo storico di Cantù ed è raggiungibile dalla via principale che attraversa l’abitato. L’edificio, a pianta circolare, è scandito internamente da otto colonne isolate che sostengono il tiburio cilindrico e delimitano gli spazi destinati alla cappella maggiore e ai due altari laterali con la formazione, attraverso l’introduzione di due assi ortogonali, di una soluzione cruciforme.
In corrispondenza delle pareti laterali sono presenti due altari delimitati da balaustre in marmo mentre in corrispondenza dell’altare maggiore è posta una grande pala del 1596, opera del pittore Grazio Cossali, proveniente dalla distrutta chiesa domenicana di San Giovanni in Pedemonte di Como, con la raffigurazione della Vergine col Bambino in gloria con i Santi Giacinto, Adalberto vescovo di Como, un frate domenicano e due offerenti.
XI – Anticamente annessa a un monastero benedettino cluniacense femminile, attestato a Cantù a partire dall’XI secolo e soppresso nel 1798, la chiesa sorge sull’area di un edificio preesistente.
1625 – L’edificio venne costruito, su progetto di Gerolamo Quadrio del 1625, a partire dal 1665 con il capitolato fra le benedettine di Santa Maria di Cantù e il capomastro Giampietro Fontana per la costruzione della nuova chiesa. L’Ing. Gerolamo Quadrio venne incaricato anche della supervisione del cantiere.
1679 – Alla morte di Gerolamo Quadrio nel 1679 la fabbrica era ben avanzata, come risulta dalla data MDCLXXX apposta sulla parete anteriore del tamburo. Al figlio di Gerolamo, Giovan Battista, subentrato al padre, spetta il disegno del portale, sormontato da una grande conchiglia da cui si dipartono due ghirlande, mentre la facciata rimase incompiuta. Nell’ultima stima dei lavori, redatta da Giovan Battista il 23 maggio del 1683, la chiesa è definita “perfecionata”.
1798 – In seguito alla soppressione del monastero nel 1798 la fabbrica fu trasformata in caserma e successivamente la chiesa fu acquistata all’asta da Giacinto Galimberti. La chiesa rimase chiusa al culto fino al 1839, con una conseguente dispersione degli arredi e successivamente fu restaurata e consacrata a cura del Prevosto Carlo Annoni.
Nei dintorni

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Mariano Comense
