La chiesa, orientata, si presenta anticipata da un ampio sagrato acciottolato, in quota con la strada, e risulta un unico complesso con i corpi di fabbrica dell’ex convento e dei relativi chiostri.
La facciata principale è a salienti a sottolineare la suddivisione interna in tre navate.
I prospetti esterni sono interamente in laterizio a vista con cornici delle finestre in elementi in cotto e tre portali architravati in elementi lapidei.
Il portale centrale è sormontato da una lunetta con un mosaico al suo interno raffigurante la Madonna Pellegrina; ai lati del portale si aprono due monofore.
Al di sopra dei tre portali sono presenti degli oculi vetrati, di cui il rosone centrale di grandi dimensioni.
Conclude la facciata un coronamento a dentelli in cotto sormontato da esili pinnacoli in cotto in corrispondenza delle quattro paraste e della cuspide.
Il fianco laterale destro è scandito da contrafforti, tra i quali, in corrispondenza delle campate, sono presenti da coppie di monofore archiacute tamponate sormontate dalle tardo cinquecentesche aperture rettangolari con architrave curvilineo.
Sul fianco laterale sinistro si individuano chiaramente le tamponature intonacate delle archeggiature del portico meridionale del primo chiostro.
Internamente la chiesa è a tre navate e cinque campate suddivise da pilastri abbinati a lesene di ordine ionico nella navata principale e dorico in quelle laterali.
Sulle pareti delle navate laterali sono addossati altari e a sinistra, in corrispondenza della quarta campata, si sviluppa una vera e propria cappella dedicata al Sacro Cuore, frutto di un intervento di ampliamento novecentesco.
Il transetto, contenuto nella larghezza della chiesa e corrispondente all’ultima campata di luce maggiore, presenta sul braccio sinistro, un andamento irregolare dovuto all’andamento del portico inglobato nell’ampliamento novecentesco.
A sinistra è collocato l’altare dello Zanchetta contenente lo strappo dell’affresco della Madonna Bianca.
Il presbiterio ha terminazione quadrangolare con addossato sul lato destro l’impianto quadrangolare della torre campanaria e sul lato sinistro il cosiddetto coretto che ospita il fonte battesimale e che è frutto del medesimo ampliamento novecentesco.
Nel presbiterio si conserva l’altare maggiore originario a cui è stata anteposta una mensa sempre in materiale lapideo.
La parete di fondo del presbiterio è occupata da una parte degli antichi stalli seicenteschi del coro in legno di noce intagliato; al di sopra è conservata una pala raffigurante papa Gregorio VII e un abate, in una cornice lignea seicentesca.
XIII – Una piccola chiesetta fuori dalle mura, già esistente nel XII secolo, fu donata dal nobile genovese Pietro Tanzi ad alcuni canonici del priorato di S. Maria della Frigionaia nel 1405 e fu rimaneggiata negli anni successivi. Nel 1406 venne eletto il primo priore della Congregazione dei Canonici Regolari di S. Maria Bianca al Casoretto. Nel corso del XV secolo fu edificato il monastero.
1472 – L’attuale chiesa fu costruita negli anni settanta del Quattrocento; il progetto del complesso architettonico è generalmente ritenuto opera di Guiniforte Solari. La fabbrica quattrocentesca era a tre navate con transetto e coro quadrangolare interamente coperta da volte a crociera.
1479 – A fine degli anni settanta del Quattrocento furono realizzati e decorati alcuni altari laterali; il campanile fu ultimato nel 1490. Il monastero fu in parte rifatto e ampliato nella prima metà del Cinquecento.
1550 – L’interno fu molto rimaneggiato su disegno probabilmente di Pellegrino Tibaldi, aiutato poi da Martino Bassi: trasformato il transetto con la costruzione del tiburio, le crociere della navata maggiore furono sostituite con una volta a botte e le navate laterali furono ridotte a cappelle laterali. Le colonne in serizzo, che separavano le navate, furono annegate in pilastri in muratura; le volte delle navate laterali furono decorate a stucco. Successivamente la chiesa si arricchì di numerosi dipinti che ancora vi si conservano, tra i quali le tele attribuite al Cerano, al Nuvolone e la tela raffigurante la Natività di Maria Santissima attribuita alla scuola di Giulio Cesare Procaccini.
1594 – Il 17 aprile 1594 venne traslato l’affresco della Madonna Bianca dal convento ad una cappella laterale della chiesa.
1772 – La canonica fu soppressa nel 1772 e divenne coauditoria di Turro fino al 1903 quando fu creata parrocchia.
1927 – Fu eseguito il restauro della facciata principale, restituendole un assetto quattrocentesco, con un intervento curato dall’architetto Ambrogio Annoni.
1943 – L’architetto Ugo Zanchetta progettò ed eseguì un intervento di ampliamento della chiesa, inglobando lo spazio del contiguo portico del chiostro, con la realizzazione del coretto a sinistra dell’altare maggiore e la realizzazione della cappella del Sacro Cuore. Negli stessi anni furono rimossi i tramezzi di suddivisione delle cappelle laterali, ripristinando le navate laterali. In facciata rimosse i lacerti di intonaco ritrovati dall’Annoni e progettò l’apertura delle due porte laterali.
1958 – Restauro della chiesa, con realizzazione dell’impianto di riscaldamento ad aria. Negli stessi anni venne eseguito un intervento sulle coperture con il rifacimento delle strutture di copertura in cemento armato nella navata laterale destra.
1987 – Progetto per le riparazioni urgenti del tetto e del chiostro quattrocentesco a cura dell’arch. Renzo Marucci. Negli stessi anni vennero rimesse in luce le monofore tamponate presenti sul lato meridionale in corrispondenza delle singole campate.
1992 – Vari interventi di restauro al complesso architettonico.
2015 – Intervento di ricorsa del manto di copertura e di revisione ed integrazione del sistema di smaltimento delle acque meteoriche a cura dell’arch. Francesco Tandoi.