La chiesa di Santa Maria Assunta ha una pianta trinavata conclusa da abside semicircolare estroflessa e orientata. La navata centrale è coperta a botte, mentre le laterali hanno copertura piana. Il presbiterio è sopraelevato di tre gradini rispetto alla navata ed è coperto a cupola su pennacchi triangolari; l’abside a semicatino.
Le navatelle terminano in due campate rettilinee che affiancano il presbiterio maggiore e i perimetrali sono ritmati da finestre quadrangolari riconducibili all’età barocca.
la navata centrale è divisa dalle laterali mediante arcate a tutto sesto su pilastri quadrangolari. Sul palco in controfacciata è collocato l’organo.
Esternamente, la facciata presenta profilo a capanna. E’ ritmata da paraste su alto zoccolo che sono congiunte orizzontalmente da una fascia marcapiano poco aggettante. In facciata si aprono il portale maggiore e due finestre rettangolari laterali; sono invece murate e intonacate una lunetta e una finestra rettangolare centrale di dimensioni minori.
XI – Tradizionalmente, il toponimo Campomorto si lega allo svolgimento presso questo luogo di numerose battaglie, a causa della sua posizione intermedia tra Milano, Pavia e Lodi. In particolare, nel 1061 sarebbe morto in battaglia il figlio cadetto di un membro della famiglia Mantegazza, feudataria di questo territorio: il padre avrebbe deciso di erigere sul luogo della battaglia un ospizio per i pellegrini in memoria del figlio. In realtà, un documento più tardo, datato 1144, cita tale Giovanni Mantegazza converso come fondatore di un ospizio a Campomorto. Secondo altri storici, il toponimo sarebbe invece legato alla natura paludosa e incolta che avrebbe caratterizzato questa zona prima delle bonifiche ad opera dei Cistercensi di Chiaravalle. Alla fine del XII secolo, la struttura ospitaliera perse di importanza probabilmente a causa di una deviazione della strada maestra e il complesso venne convertito ad uso abbaziale, con un priore a capo di 3-4 canonici regolari di S. Agostino.
fine XII – Il campanile romanico, databile tra fine XII e inizio XIII secolo, è l’unica realtà materiale sopravvissuta dell’edificio religioso della prima fase insediativa.
XIII – Il presbiterio conserva ancora oggi le forme di un restauro di età gotica. L’abside semicircolare è coperto da una volta nervata e riceve luce da due aperture allungate e da un oculo centrale.
1217 – L’esistenza di una chiesa dedicata alla “Beate Marie” è attestata per la prima volta nel 1217: di questo edificio non rimane traccia nelle architetture, più volte rimaneggiate nei secoli successivi; unica pertinenza contemporanea ancora visibile è il campanile
XIV – Un documento del 1468 attesta per la prima volta il giuspatronato della famiglia Mantegazza sulla località di Campomorto. Alla famiglia si lega la costruzione della Rocchetta bassomedievale, presso la quale sono ancora conservati pregevoli affreschi, che si trova addossata al fianco meridionale della chiesa. I Mantegazza dovettero farsi committenti anche di interventi presso l’edificio ecclesiastico, come attesta la lastra scolpita che ancora si conserva nel coro della chiesa.
1578 – Nel 1578, il cardinale Borromeo visita la chiesa di Campomorto. Dalla relazione e da una pianta ad essa allegata si può dedurre che il presbiterio restaurato in età gotica fosse associato ad una chiesa a tre navate divise da coppie di sostegni cruciformi che reggevano arcate longitudinali; solo il presbiterio era voltato.
Comparando questo documento allo stato attuale della chiesa risulta evidente come essa sia stata sottoposta in età moderna ad altri restauri, non altrimenti attestati: i pilastri di navata hanno infatti ora sezione rettangolare, il corpo longitudinale è voltato e la facciata parrebbe pertinente a un restauro settecentesco.