esternamente la chiesa è preceduta da un sagrato con pavimentazione in ciottolato, lungo il cui lato destro si sviluppa un portico ad archi. La facciata, dalle linee semplici, è intonacata e termina a capanna. Nella parte inferiore del fronte, al centro, è presente il portale d’ingresso in pietra, architravato, sopra il quale, entro cornice in stucco, è posizionato uno stemma vescovile; mentre ai lati sono due finestre rettangolari, anch’esse con cornici in pietra sopra le quali sono poste delle decorazioni a stucco. La porzione superiore della facciata è occupata da una grande apertura semicircolare con cornice, sopra la quale, entro medaglione è la scritta: S. MARIAE DE SAXO. Internamente la chiesa presenta una navata unica con pianta rettangolare coperta da volta, preceduta da un atrio con tre aperture, al cui piano superiore, destinato a cantoria, è posizionato l’organo, un Serassi del diciottesimo secolo. Gli affreschi dell’atrio, compreso quello raffigurante il Battesimo di Gesù, sono opera di Ferdinando Monzio Compagnoni. La navata è divisa in tre campate da lesene in muratura con capitelli in stucco di ordine corinzio composito. Sopra questi ultimi corre la trabeazione sulla quale si imposta la volta finemente decorata con stucchi e medaglioni dipinti. Oltre l’arco trionfale si trova il presbiterio, rialzato di un gradino e ristretto rispetto alla navata, con pianta rettangolare coperto da cupola impostata su pennacchi. Le pareti laterali del presbiterio sono decorate con due dipinti, opera di Giovanni Raggi, raffiguranti l’Adorazione dei Magi e S. Carlo tra gli appestati. Sulla parete di fondo del presbiterio è posizionato l’altare maggiore, realizzato in marmi scolpiti, entro il quale sono conservate le reliquie di S. Giacomo Pezzoli. Al centro dell’ancona, entro nicchia, è posta la statua raffigurante la Vergine col Bambino, realizzata in legno dipinto, risalente al cinquecento. Ai lati dell’altare due aperture conducono al vano retrostante della sacrestia. L’apparato decorativo interno è in stile barocchetto veneziano. Gli stucchi sono opera del luganese Muzio Camuzio; di particolare pregio le decorazioni della cupola del presbiterio e i simboli delle virtù, cui si alternano, lungo le pareti della navata, quindici tele ovali raffiguranti i Misteri del Rosario, opera di Francesco Capella e della sua bottega, racchiusi entro raffinate cornici di stucco. Gli affreschi della volta, della seconda metà del settecento, vengono attribuiti a Giuseppe Orelli di Locarno. Le dorature vennero applicate da uno Zenoni a metà del diciannovesimo secolo
1500 – sul luogo dove circa due secoli più tardi venne eretta la chiesa, nel 1500 era sorto un oratorio in memoria dell’apparizione della Madonna
XVIII – vennero eseguiti gli affreschi della volta. Per tali opere viene fatto il nome di Giuseppe Orelli di Locarno
1750 – sul luogo in cui era un oratorio dedicato all’apparizione della Madonna, nel 1750 venne eretta la chiesa attuale, si pensa su progetto dell’arch. Filippo Alessandri
1753 – vennero eseguite le decorazioni a stucco ad opera del luganese Muzio Camuzio
1759 – il 17 ottobre 1759 vennero collocate sotto l’altare maggiore le reliquie di S. Giacomino de’ Pezzoli
1854 – vennero applicate le dorature ad opera di uno Zenoni
1942 – la chiesa vene prolungata, ad opera dell’ing. Galizzi, con l’aggiunta di un atrio interno
1942 – vennero eseguiti gli affreschi dell’atrio e quello del battistero rappresentante il Battesimo di Gesù, ad opera di Ferdinando Monzio Compagnoni
1942 – venne restaurato l’organo, un Serassi del XVIII secolo, ad opera dei Cornolti
1950 – il vescovo Adriano Bernareggi la eresse a parrocchiale con decreto del 1 aprile 1950
1953 – il 2 maggio 1953 il vescovo Adriano Bernareggi la consacrò col titolo di S. Maria Assunta e delle sante martiri Irene e Anatolia, sigillando nell’altare maggiore le reliquie delle due martiri e di S. Giovanni Battista
1956 – il campanile venne restaurato e sopraelevato dall’impresa Mario Cassinelli, su disegno dell’ing. Galizzi. Vennero inoltre ritoccate le tinteggiature ad opera di Davide Monzio Compagnoni
1956 – il 5 ottobre 1956 venne consacrato, dal vescovo Giuseppe Piazzi, il concerto di cinque campane in “mi b.”, fuso dalla ditta Roberto Mazzola di Valduggia
1976 – furono apportate modifiche al portico