La chiesa è situata nella frazione di Piazza; Presenta una facciata suddivisa in due registri dotati di aperture centrali, tra cui un portale ed una finestra, affiancati da coppie di lesene, di cui quelle angolari proseguono sui fianchi, mentre a coronamento vi è un timpano aggettante spezzato e mistilineo, dotato di croce metallica in sommità. L’interno è a navata unica, a pianta semi centrale, interamente decorata ed affrescata, con copertura voltata a vela, dotata di altare laterale sul lato sinistro; il presbiterio è rialzato e quadrangolare, con volta a vela affrescata e fondale absidale piano, al cui centro è posta la soasa dell’altare maggiore. A fianco della chiesa vi è la sacrestia ed il campanile.
1132 – Vi era anticamente una piccola chiesa dedicata ai SS. Faustino e Giovita, ricordata in una bolla di Innocenzo II del 10 agosto 1132 che enumera i beni di proprietà dell’omonimo monastero bresciano.
XVI – La chiesa viene costruita nella seconda metà del XVI secolo.
XVII – Il campanile viene riedificato nel XVII secolo.
XVII – Viene realizzato l’apparato decorativo nel XVII secolo.
1603 – A seguito della visita pastorale del vescovo Marino Giorgi, nel settembre 1603, viene trasferita la sede della confraternita dei Disciplini di Santa Maria ad Elisabetta dall’omonimo oratorio (che viene quindi demolito) alla chiesa dei SS. Faustino e Giovita che d’ora in poi assume il titolo di Chiesa della Visitazione di Maria ad Elisabetta.
1611 – La chiesa viene completata.
1797 – Nel 1797, la Repubblica Cisalpina incamera tutti i beni e le proprietà connesse alla chiesa e la Confraternita dei Disciplini viene fusa con quella del SS. Sacramento.
1815 – Nel 1815 la chiesa è acquistata dal Demanio da parte dell’arciprete Bortolo Cocchetti.
1829 – Nel 1829 la chiesa è acquistata dalla famiglia Sgabussi.
XXI – La chiesa viene restaurata all’inizio del XXI secolo.
1920 – Nel 1920 la famiglia Sgabussi dona l’edificio alla parrocchia.
1977 – Negli anni 1977 e 1978 la chiesa viene interamente restaurata e i lavori affidati all’architetto Gianni Prandini; i restauri della decorazione pittorica sono invece curati da Tino Belotti.