La chiesa di Santa Margherita, realizzata su progetto dell’ing. Latocca, ubicata in località Cornaggia e sussidiaria della parrocchia di San Martino, ha un’architettura semplice e compatta con una forma assimilabile alla capanna, in cui predomina, sia per l’esterno che per l’interno, l’uso del mattone a vista dei tamponamenti murari affiancato dagli elementi strutturali in cemento armato. L’edificio, a pianta rettangolare correttamente orientato, si affaccia su piazza Chiesa Cornaggia che altro non è che una rotonda stradale, al centro della quale è posta la statua della Madonna posta su una guglia in cemento decorativo che richiama le guglie del Duomo di Milano.
L’edificio è collocato a ridosso degli svincoli stradali di viale Fulvio Testi e dell’autostrada A4, rimanendo di fatto isolato e in posizione defilata rispetto al tessuto edilizio residenziale.
La chiesa è priva di campanile; in alto ai lati della facciata sono fissati due altoparlanti.
La facciata a capanna è scandita dall’alternanza di paramenti mattoni a vista e dei tre portoni in doghe di legno – il principale al centro più grande – sormontati dalle vetrate a tutta altezza. Al di sopra dei portoni tre architravi decorati con tondi con il monogramma di Cristo Chi Rho (o CHRISMON), di cui nel tondo centrale è raffigurato il volto.
Il tetto a due falde è aggettante di circa due metri dal filo della facciata e sostenuto da due controventi in muratura laterali, i quali delimitano l’ingresso pavimentato in pietra grigia e sopraelevato di cinque gradini rispetto allo spiazzo antistante. L’intradosso delle falde aggettanti è in cemento a vista. I prospetti laterali nord e sud sono interamente in mattoni a vista, interrotti solo dalle fenditure verticali delle lame di luce e dalle finestrature a nastro in corrispondenza del sottogronda; il prospetto sud è affiancato dalla rampa in muratura che dà accesso ad un ingresso laterale in prossimità del presbiterio.
L’aula assembleare a navata unica è scandita per tutta la sua lunghezza dai portali in cemento armato, costituiti da pilastri e da travature reticolari a vista che sorreggono la copertura. Tutti gli elementi strutturali a vista sono tinteggiati di bianco così come il soffitto, mentre i tamponamenti perimetrali tra un portale e l’altro sono in mattoni a vista. L’aula è illuminata da fenditure verticali che sono lame di luce gialla, così come in vetro di colore giallo è la croce incisa nella muratura di fondo del presbiterio. Nella controfacciata al di sopra dei tre portoni vi sono le vetrate artistiche che rappresentano: a sinistra la nascita di Gesù, al centro il Cristo risorto e a destra il Cristo in croce. Sui pilastri sporgenti dalle pareti perimetrali sono affissi pannelli in bassorilievo raffiguranti le stazioni della Via Crucis.
La parete absidale si raccorda in mezzeria ad angolo acuto e davanti ad essa si articola una quinta composta da tre elementi curvi, di altezza inferiore, decorati a graffito nei toni del blu e dell’oro. Il presbiterio è rialzato di quattro gradini rispetto all’aula assembleare e presenta al centro l’altare con struttura in metallo e lateralmente, in posizione simmetrica, due altari secondari addossati alla quinta; sull’altare di destra è appoggiato il tabernacolo. A destra della mensa vi è il battistero, a sinistra l’ambone; dietro l’altare le sedute della presidenza.
XVI – Preesistente all’attuale chiesa è l’antico oratorio di Santa Margherita alla Cornaggia, ubicato all’interno di un nucleo edilizio rurale privato e documentato per la prima volta nel 1579 dalla visita pastorale di Carlo Borromeo: dalla delineatio si desume che la chiesetta era costituita da un’aula unica con abside semicircolare.
Le ultime notizie riguardanti l’oratorio risalgono a metà ‘700; nel corso dei secoli successivi se ne sono perse progressivamente le tracce. Attualmente l’edificio è in stato di abbandono e quasi completamente crollato. Su via Engels prospetta la struttura della facciata che è rimasta ancora in piedi: l’intonaco scrostato lascia a vista la muratura mista in mattoni e ciottoli e il tamponamento della porta di ingresso (murata negli anni ’50 del ‘900).
1940 – Durante la seconda guerra mondiale il cardinale Schuster affidò alla protezione della Beata Vergine la città di Milano e la Diocesi Ambrosiana, facendo collocare diverse riproduzioni delle guglie con la Madonnina del Duomo di Milano in varie località attorno alla città, tra cui Cinisello Balsamo dove era insediata una batteria antiaerea. Il cardinale Schuster, alla presenza di don Piero Carcano, parroco della chiesa di San Martino di Balsamo, di alcuni militari e guardie della Guardia Nazionale Repubblicana, benedì la batteria e la scultura.
La nuova chiesa di Santa Margherita fu edificata un ventennio dopo proprio accanto alla guglia con la scultura della Madonna.
1961 – Nel 1961 si rende necessaria la costruzione della nuova chiesa di S. Margherita per accogliere non solo i fedeli della frazione di Cornaggia, ma anche quelli dei limitrofi quartieri di Robecco e Bettola. E’ stata progettata dall’ingegnere Claudio Latocca, con la collaborazione degli architetti A. Olgiati e G. Sartorio.
2000 – All’inizio del 2000 è stata rifatta la copertura, bonificando quella preesistente in amianto. Contestualmente si è eseguita l’imbiancatura degli interni.
2007 – Al 2007 risalgono le vetrate artistiche della controfacciata, realizzate da una comunità per tossicodipendenti di Bresso
2018 – A partire dal 2018 la parrocchia, nell’ottica di un ecumenismo religioso, ha concesso in comodato d’uso la chiesa agli ortodossi del patriarcato russo, mantenendone comunque l’uso per la comunità parrocchiale. Non sono presenti arredi legati alla tradizione liturgica ortodossa.
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