La chiesa di San Vittore ha un impianto orientato, a navata unica con terminazione absidale semicircolare. L’osservazione degli elementi architettonici e strutturali fa presumere quantomeno due fasi costruttive: la prima di epoca romanica a cui seguì un restauro con sopraelevazione in età moderna. All’interno, la chiesa è illuminata da quattro finestre rettangolari di epoca moderna ed è coperta da un tetto a capriate lignee. La copertura odierna è frutto di un restauro eseguito nel 1997 ma gli alloggi delle travi antiche, tamponati ma ancora visibili, permettono di intendere che anche in antico la chiesa fosse coperta a tetto. L’altare, ancora in forma pre-conciliare, è separato dallo spazio riservato ai fedeli mediante una balaustrata marmorea. Alla chiesa si accede attraverso la porta collocata in facciata, disallineata rispetto all’asse centrale, oppure attraverso un secondo ingresso sul lato meridionale. La facciata ha un semplice profilo a capanna e sull’angolo sud-occidentale è stato costruito in epoca moderna un piccolo campanile. Sul lato meridionale si conserva ancora una monofora romanica strombata e archivoltata. L’attuale pavimentazione è in laterizio.
I – Nella vallata dove sorge la chiesa, oggi occupata dal cimitero, gli scavi archeologici hanno portato alla luce reperti che permettono di confermare una frequentazione dei luoghi fin dall’epoca romana.
Inoltre, alcuni studiosi ritengono che nei pressi della chiesetta sorgesse il “castrum inferius Paterniani”, ovvero lo scomparso castello di Padregnano, citato per la prima volta in un documento del 1135.
XI – La chiesa di San Vittore è citata dalle fonti a partire dal XIII secolo ma gli elementi costruttivi consentono di ipotizzare la sua costruzione in epoca precedente, almeno all’inizio dell’XI secolo.
Fino al 1570 la chiesa svolse il ruolo di parrocchiale per i comuni di Robecchetto e Padregnano.
1997 – Nel 1997, la chiesa di san Vittore venne sottoposta ad una campagna di restauro che comprese: il consolidamento delle fondazioni; il rifacimento della copertura lignea con apprestamento di una correa interna di calcestruzzo armato come ghiera di appoggio alle capriate; il consolidamento degli intonaci.
Un secondo restauro fu deliberato nel 2002 ma non venne mai eseguito.