San Salvatore è posto al termine di un viale di tigli.
Si tratta di un piccolo edificio ad aula unica coperta da capriate in legno, presbiterio con volta a botte e abside semicircolare con volta a semicupola. Sul lato sinistro del presbiterio si trova la piccola sacrestia.
Le pareti ed i soffitti della zona del presbiterio e dell’abside, sono completamente intonacate e tinteggiate di colore chiaro. Le pareti dell’aula contengono un interessante ciclo di affreschi di diverse epoche.
All’esterno, preceduta da un piccolo sagrato rettangolare, la facciata principale è caratterizzata da una porta di accesso con contorni in pietra a disegno semplice sormontata da una mensola in pietra sopra la quale si apre una finestra lunettata con grata in ferro e vetrata colorata. Ai lati del portale due nicchie lunettate e sopra la finestra una riquadratura che occupa gran parte della lunghezza di facciata. Termina la facciata un timpano triangolare al cui vertice è posta una croce metallica
922 – la prima testimonianza documentaria, “ecclesia campestris Domino Salvatori”, compare nell’atto di donazione di una vigna da parte dell’arciprete della vicina Dairago al monastero milanese di Sant’Ambrogio
XI – l’oratorio viene ampliato ed affrescato con pitture tutt’ora evidenti raffiguranti la “Visita di Maria ad Elisabetta e la Presentazione di Gesù al Tempio”
1117 – si ipotizza che il terremoto causa una fessura nel muro della parete settentrionale della chiesa
XIII – il cappellano di Rovello, Goffredo da Bussero, lo ricorda come luogo di culto dedicato a San salvatore con Sant’Ilario; si presenta nelle forme di una cappella a pianta rettangolare absidata, in muratura e corsi di ciottoli di fiume
XVI – all’inizio del cinquecento la chiesa viene prolungata con l’aggiunta di una nuova abside più grande della precedente
1522 – il pittore Giorgio da Serono affresca, sulla parete di destra, “San Francesco nell’atto di ricevere le stigmate e San Rocco” e la “Vergine con Bambino fra Sante e i due donatori”. Dello stesso anno è il dipinto della “Deposizione” con supposta firma di Jo. P. De Gadio
1548 – viene realizzato un graffito riguardante Pietro Lorenzo Da Rho, la cui famiglia ebbe per molti secoli un ruolo preminente a Casorezzo
1566 – nella prima visita pastorale si legge che la chiesa campestre abbastanza grande, con cappella nuova, icona lignea figure quasi cancellate dal tempo e alcune immagini dipinte sulle pareti, senza campanile e campana. L’altare in mezzo alla chiesa è dedicato alla Beata Vergine Maria, riprodotta anche in un affresco murario
1595 – la chiesa diviene sede della scuola della dottrina cristiana per i maschi
XVII – viene invertito l’orientamento planimetrico attraverso lo spostamento dell’abside, la realizzazione del nuovo presbiterio e dell’altare con paliotto in scagliola del XVI secolo, la costruzione di una nuova facciata
1630 – un locale adiacente alla chiesa viene adibito, durante la peste, a lazzaretto
1884 – San Salvatore viene requisito dall’autorità civile per essere adibito a lazzaretto causa un’epidemia di colera
XX – a cavallo degli ultimo due secoli sono state recate alla chiesa numerose violenze: il rifacimento della copertura con il rialzo della struttura originaria di circa 40 cm, dovuta alla creazione di un cordolo di calcestruzzo a sostegno del tetto; la demolizione dell’antico lazzaretto; la creazione di inutili svuotamenti sotto affresco, dall’esterno, per la formazione di intercapedini; l’apertura di nuove finestre che ha causato la demolizione di parte dell’antica finestrella e la distruzione degli affreschi certamente esistenti sotto l’intonaco
1914 – la chiesa viene vincolata per il grande valore artistico dei suoi affreschi
1960 – vengono eseguiti lavori di restauro
1967 – sostituzione della pavimentazione
1981 – restauro della parte muraria e rifacimento della tinteggiatura
1991 – scavi all’interno dell’edificio portano alla luce strutture appartenute a fasi preromaniche, mentre romaniche sono le spalle dell’abside demolita